La nomina di Donato di Fonzo alla presidenza dell’Ente Fiera di Lanciano ci sarebbe dovuta essere nei giorni scorsi poi, il segretario comunale era in ferie, il tutto è stato rinviato al 30 di questo mese.
Giorni utili quindi, secondo l’avvocato ed ex amministratore cittadino Marco Di Domenico, per tornare a “pungolare” il sindaco per quella che, secondo lui, non sarebbe una nomina del tutto chiara.
Il sindaco di Lanciano Filippo Paolini nei giorni scorsi, sulle pagine del quotidiano Il Centro aveva già risposto a Di Domenico ribadendo come la nomina di Di Fonzo da parte del primo cittadino è una consuetudine oltre che un diritto del sindaco.
Ma per Marco Di Domenico le osservazioni del sindaco meritano puntualizzazioni.
“Un amministratore, soprattutto Sindaco, scrive Di Domenico in una lunghissima e dettagliata nota stampa, ha il dovere di essere intellettualmente limpido e di prendere le distanze da incresciose situazioni e non stravolgere la realtà.
Fratelli D’Italia, il partito di Di Fonzo aveva indicato Ombretta Mercurio (Cooordinatore cittadino e prima dei non eletti), ma all’interno del gruppo qualcuno, scontento della mancata investitura a presidente del consiglio comunale andò a perorare la causa dell’avv.ssa Antonella Troiano e non fu indicazione ‘politica’ e neanche di Partito, anche per nota appartenenza della Troiano al Centro sinistra.
Filippo Paolini, sempre secondo Di Domenico, dopo aver depennato diversi papabili tentennò fra la Troiano e Donato Di Campli, ma poi si smarcò nominando Di Campli, che non era, almeno in apparenza e fino a quel momento (ora è candidato della Lega) sponsorizzato da alcun Partito ma da un singolo noto Consigliere comunale.
Ora, incalza Di Domenico, raggiunta la quadra all’interno di Fratelli d’Italia, il Gruppo Consigliare con a capo Sciarretta e Di Bucchianico, arriva la nomina per Donato di Fonzo.
Non mi risulta che sia prassi politica rivendicare e pretendere, con minaccia di far cadere l’Amministrazione, nomine negli Enti da parte di Consiglieri comunali, men che meno dal Presidente di tutti i Consiglieri comunali.
Per tacere per ora su metodi e criteri ‘disomogenei’ per le altre nomine.
Non risponde al vero che la mia polemica sarebbe isolata e che nessuno nella Maggioranza abbia avuto da ridire”
E poi un affondo di carattere più personale
“Avevo creduto fosse cambiato Filippo quando venne a trovarmi convalescente per gettare le basi della sua ricandidatura.
Peraltro la mia non è polemica, ma una eclatante denuncia che democraticamente mi vedró costretto a coltivare in ogni opportuna sede, non solo dinanzi al Tar, che non mirava e non mira a condizionare o sobillare la Maggioranza (già confusa di suo, in balia di certi personaggi, in subbuglio per i ricatti continui), piuttosto a partecipare doverosamente alla opinione pubblica ed alla Città tale assurdo incedere. E non credo che i cittadini accettino o si facciano narcotizzare da certe surreali dichiarazioni.
Come può un sindaco negare l’evidenza e candidamente ammettere che il bando, i curricula, il carattere fiduciario non servono perché la scelta è politica? Quindi il carattere fiduciario si concretizza per volere di un gruppo consiliare?
Di isolato ci sono solo lui e la sua Amministrazione, in balia di scalpitanti quanto incapaci soggetti che pensano solo agli affari loro. E non è affatto vero che la Maggioranza sia allineata.
Resta solare il conflitto di interessi per il ruolo attivo del Presidente del Consiglio comunale.
Piuttosto è sconcertante che il Sindaco abbia ammesso che i curricula non contino, da un lato disattendendo i requisiti e i criteri del bando e confessando di aver recepito le pressioni del Gruppo, dall’altro dimostrando di aver un concetto particolare sul carattere fiduciario dimenticando che Donato Di Fonzo venne revocato proprio da lui e che poi lo stesso si schierò con il centro sinistra e fu determinante all’epoca nel regalare la città per dieci anni al Centro sinistra.
Torno a richiamare all’etica politica, al buon giusto, al buon senso, alla correttezza, al rispetto delle persone (curricula inclusi), alla legittimità, alla trasparenza.
Lancianofiera ha necessità di ben altro e non può ridursi a crogiuolo di atavici malpancismi e di recalcitranti saltimbanchi nel politichese paramistico”