“La cessione della Sangritana potrebbe rappresentare un grave ostacolo allo sviluppo del territorio e della sua economia ed è l’ennesima conferma dell’immobilismo dell’amministrazione Paolini che assiste inerme a continue spoliazioni del patrimonio storico, culturale ed economico del suo territorio da parte dei colleghi di coalizione di centro destra in Regione senza muovere un dito”. Lo afferma la consigliera Dora Bendotti che interviene sull’avviso di ricerca da parte della Regione Abruzzo di un partner industriale privato a cui cedere almeno il 30% del capitale sociale di Sangritana.
“Di fatto – afferma ancora Bendotti – si tratta di una cessione visto che il privato è destinato a fagocitare tutte le attività in essere della società frentana e considerato anche che avere un partner commerciale significa per Sangritana perdere il controllo del proprio potere di azione e di trattativa con altre società ferroviarie con cui Sangritana da tempo collabora. Che senso ha un’operazione del genere su un’azienda che è arrivata in pochi anni a 12 milioni di euro di fatturato ed è passata da 57 a 100 dipendenti? Si tratta di famiglie che risiedono, vivono e comprano a Lanciano. Cessioni di questo genere provocano lo svuotamento degli uffici e dei servizi, come accaduto per la sede amministrativa Asl di cui stiamo ancora patendo tutte le tragiche conseguenze di mancata governance e smantellamento di servizi ai cittadini”.
Sangritana è un’azienda su cui invece continuare a investire visto che l’Europa stabilisce che il traffico merci in Italia su percorrenze superiori ai 300 chilometri deve arrivare al 30% entro il 20230 e oggi invece siamo a poco più del 10% – prosegue Bendotti – è un strada obbligata sulla quale Sangritana sta facendo da qualche anno grandi passi e dimostra di essere in continua crescita. Penso al tessuto economico e industriale della Val di Sangro: ero presente a Manoppello un anno fa alla presentazione dell’accordo con Honda Italia per il trasporto della componentistica e i mezzi fabbricati dall’estremo Oriente passando per il porto di Trieste per poi arrivare in Val di Sangro.
Un esempio virtuoso di intermodalità da incentivare. Sangritana avvicina da anni le merci alle aziende, è capillare su un territorio che conosce e su cui applica, anche sulla base di accordi storici e della territorialità, prezzi concorrenziali. Un privato si occuperebbe solo di massimizzare i profitti, tagliando senza pietà eventuali diseconomie. E c’è da dire qualcosa anche sugli indebitamenti. Sono necessari per assicurare vita futura di Sangritana e riguardano mutui per l’acquisto di nuovi locomotori che servono a Sangritana per svolgere sempre meglio e sempre di più le proprie attività”.
Preoccupa questo silenzio assordante da parte dell’amministrazione Paolini e dello stesso sindaco – conclude Bendotti – l’ennesimo mutismo su una operazione scellerata e sulla perdita di un patrimonio presente in città da ben 112 anni. Non se lo merita il territorio e non se lo meritano i lancianesi”