CHIETI- Un’ordinanza sindacale, contingibile e urgente, interdice all’uso alcuni edifici in via Arenazze per fare in modo che vengano ripristinate le condizioni di sicurezza lungo il tratto di strada interessato dal cedimento del 14 ottobre.
La frana interessa un tratto di 50 metri ed è in continua lenta evoluzione
I civici a cui si riferisce l’atto sono il 73, 89 e 91, che resteranno interdetti fino alla fine dei lavori, che sono stati consegnati oggi stesso con la procedura di somma urgenza alla ditta che li effettuerà.
“Si tratta di un provvedimento necessario per la messa in sicurezza del fronte franoso, come abbiamo avuto modo di spiegare anche alla popolazione residente. Una volta finiti i lavori le famiglie potranno tornare nelle proprie case – spiegano il sindaco Diego Ferrara e l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Rispoli – Stando ai rilievi fatti dal nostro ufficio tecnico di protezione civile, insieme a Vigili del fuoco, geologi, Genio civile e protezione civile regionale, il fenomeno franoso risulta a valle del civico 73 di via Arenazze e interessa un tratto lungo circa 50 metri, con un’altezza massima di metri 5, in lenta ma comunque percepibile evoluzione”.
I lavori prevedono il decespugliamento e abbattimento degli alberi divelti, la riprofilatura dell’area oggetto di smottamento e posizionamento di blocchi di sostegno, la realizzazione di un sistema di drenaggio e regimentazione delle acque.
Nel corso dei primi controlli infatti si è notata la presenza di una contenuta, ma continua fuoriuscita di acqua che è concausa dello scivolamento.
“In questi giorni- precisano gli amministratori – abbiamo fatto più di un sondaggio con l’Aca in cerca di eventuali perdite della rete, ma senza arrivare a risultati convincenti.
Visto che il flusso ha continuato ad alimentare il movimento franoso, siamo intervenuti con la messa in sicurezza delle abitazioni, inibendone l’uso fino alla definizione dei lavori.
Un atto necessario, al fine di evitare che gli edifici vengano interessati dal distacco di altro materiale”.
- Daniela Cesarii