I campi di concentramento in Abruzzo furono ben 14 e furono deportati oltre 400 ebrei nei campi di sterminio. L’Abruzzo conobbe un conflitto per ben 8 mesi per allontanare il fronte e per sconfiggere nazisti e fascisti.
Occorre, dunque, studiare e ricordare quanto accaduto, per contribuire ad un mondo che non ripeta quei tragici errori. Ed anche a L’Aquila i momenti di confronto sono numerosi nella Giornata della Memoria.
“Parole vive e storie nascoste” è il titolo dell’evento organizzato dall’ANPI durante il quale è stato presentato il libro “L’Armadio Aquilano della Vergogna” di Giustino Parisse.
Tra il settembre del 1943 e il giugno del 1944 furono decine gli omicidi commessi dalle truppe tedesche di occupazione a danno di civili nel territorio dell’Aquila, in Abruzzo. L’apice ci fu nel giugno del 1944 con le stragi nazifasciste di Filetto e Onna.
Il libro nasce dalla scoperta di un faldone che per anni è stato nascosto nei magazzini del tribunale dell’Aquila e che, dopo il tragico terremoto del 6 aprile 2009, è confluito nell’Archivio di Stato. Nel faldone sono finiti fascicoli di indagine con dettagliate ricostruzioni dei fatti aperti nella immediatezza degli accadimenti e poi “archiviati” negli anni Cinquanta del secolo scorso dalla magistratura aquilana con la formula “non doversi procedere perché sconosciuti gli autori del reato”. Da uno dei fascicoli emerge anche una “nuova” verità proprio sulle responsabilità nella strage di Onna dell’11 giugno 1944.
Una occasione per ripercorrere la storia e auto esaminarsi.
“Percorsi didattici per una cittadinanza consapevole”, invece, è l’iniziativa formativa organizzata dall’Associazione professionale Proteo Fare Sapere e dalla FLC CGIL Abruzzo Molise, sempre in occasione della Giornata della Memoria, rivolta al personale docente e ATA delle scuole abruzzesi e molisane.
Di grande interesse è stata la relazione di Andrea Sangiovanni, prof. di Storia contemporanea presso l’Università di Teramo, che ha centrato il suo intervento sulla nascita dell’odio: dai pregiudizi alle politiche. Spesso non ci si chiede come si è arrivati alle leggi razziali. La lunga strada per Auschwitz comincia prima con stereotipi e pregiudizi, con slogan ripetuti e con una propaganda continua durante i regimi fascista e nazista. Poi si è passati dalla propaganda alle politiche (tedeschi trasformati in ariani, certificazione della razza, sterilizzazione dei disabili, mire imperiali). Tutto ciò ha anticipato le leggi razziali: l’antisemitismo era diffuso in Italia prima delle leggi razziali. Lo sterminio è stato affrontato con una logica industriale, con pratiche, sempre più orribili, che strada facendo si pianificavano. Le responsabilità sono state accertate sia dei carnefici, sia di chi ha organizzato, sia degli spettatori (di chi si è voltato indietro).
In occasione della Giornata della Memoria, poi, il Prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco, ha incontrato i familiari di due militari deportati ed internati, cui ha consegnato la medaglia d’onore a riconoscimento morale del loro sacrificio e come monito e ricordo per le future generazioni.
I loro nomi sono Antonio Bifaretti, nato a Magliano dei Marsi nel 1923 ed internato a Furstenberg in Germania, e Vinicio Palmerini, nato a Paganica nel 1914 ed internato a Stalag IV B Zeithan in Germania.
Beatrice Tomassi