Parla la donna che ha avuto il coraggio di denunciare tre donne che, fingendosi amiche, le avevano reso la vita un vero e proprio incubo. Leggi qui la notizia
Si frequentavano, avevano trascorso dei pomeriggi insieme, la vittima si è fidata.
“Era un periodo per me di grande fragilità, non ho capito che avrei potuto parlare con mia madre e con il mio compagno. In realtà ci ho provato, ma poi mi bloccavo”
E’ un fiume in piena la giovane madre che nei giorni scorsi ha finalmente abbattuto un muro di paure e sensi di colpa che l’hanno portata a vivere anni tremendi. Era incinta quando le tre “amiche” le hanno offerto il proprio aiuto.
“Non so se ero particolarmente fragile, ma di fatto non avevo problemi così gravi. Loro si sono sapute porre nei mie confronti, non capivo più bene chi era l’amico e chi il nemico. Poi è nato il mio bambino. Mi hannod etto che avevo la depressione post parto, ho perso il latte e i capelli. Dentro di me avevo un segreto che non riuscivo a confessare a nessuno perchè temevo il giudizio”
Poi finalmente la forza di denunciare.
” Sono esplosa e alla fine i pezzi del puzzle si sono ricomposti. Dovrò per sempre ringraziare le amiche vere, il mio compagno e la mia splendida famiglia. E poi le forze dell’ordine, un ispettore in particolare che mi ha fatto finalmente sentire al sicuro”
La paura era i freno che ha costretto la donna. Il terzetto, M.G, C.M e L.C., solo quest’ultima è incensurata, le prime due hanno precedenti per detenzione e spaccio di stupefacenti, raccontavano che se non avesse consegnato loro il denaro avrebbero avvertito la mala campana, gente pericolosa capace di tutto.
A quel punto il tunnel del terrore era ormai chiuso.
“Quello che mi ha portata a non parlare è stato il terrore del giudizio, la mia sfortuna è stata incontrare chi avevo capito il mio disagio”
Poi l’appello alle persone che si trovano in questa situazione.
” Parlate, apritevi con le persone intorno a voi. Le istituzioni ci sono e sapranno aiutarvi”.