Il 25 e 26 novembre si è tenuta a Lecce l’annuale assemblea dell’Upi-Unione Province Italiane, quest’anno intitolata “Le Province aperte al futuro”. All’incontro ha partecipato anche una delegazione della Provincia di Chieti, formata dai consiglieri Massimo Tiberini (che ha fatto le veci del presidente Francesco Menna, trattenuto da un impegno familiare), Arturo Scopino, Carlo Moro, Marianna Apilongo, Carla Di Biase e Claudio Carretta, e dal segretario generale dell’ente Antonella
Marra.
Il momento clou dell’assise è stato il discorso del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, il quale ha invocato la fine dell’ “indebolimento avvenuto in questi anni nell’ente
Provincia” che ha provocato “una ricaduta sul soddisfacimento di diritti dei cittadini e sui servizi”.
Sono intervenuti, tra gli altri, anche il vicepresidente della Commissione Europea Raffaele Fitto e il
Ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.

“Questa assemblea – ha commentato Massimo Tiberini al termine dei lavori – ha confermato
un dato evidente: le Province non possono più restare in un limbo istituzionale. Serve una
restituzione ordinamentale chiara, con funzioni definite, risorse adeguate e personale sufficiente per
garantire servizi essenziali ai cittadini.
Le parole del Presidente Mattarella, unite al confronto con Fitto, Manfredi, Fedriga e Gualtieri, indicano una direzione precisa: rafforzare gli enti territoriali che ogni giorno sono più vicini alle comunità. Come Abruzzo abbiamo partecipato in modo compatto con tutte e quattro le Province, portando con responsabilità la voce dei nostri territori. Ora è il momento che Parlamento e Governo traducano queste indicazioni in atti concreti, perché senza Province forti il Paese è più debole”
Per il consigliere Arturo Scopino “abbiamo raccolto l’ennesimo segnale positivo del Presidente Mattarella, che da un lato ha invitato il governo ad attuare la Costituzione e dall’altro ha auspicato che le Province e l’Upi si facciano portavoce per individuare le nuove funzioni e il nuovo ruolo che tali enti dovranno avere in futuro.
Questa aspettativa è stata rinviata dall’esecutivo alla revisione del Testo unico degli enti locali, un fattore che provocherà un inevitabile allungamento dei tempi. Quello che chiediamo è che vengano definite con certezza le nuove funzioni in capo alle Province, ma soprattutto che ci siano risorse finanziarie sicure per dare concretezza a quelle già in essere e a quelle che saranno”.




