CHIETI- I dati sulla violenza di genere parlano chiaro: i casi sono in aumento, ma sono in aumento anche le denunce. Nel periodo novembre 2024 – novembre 2025, il Centro antiviolenza “Donna Alpha” di Chieti ha registrato un flusso significativo di richieste di aiuto: 350 donne si sono rivolte alla struttura, anche solo telefonicamente, per informazioni e sostegno.
Tra queste, più di 200 richieste erano per informazioni e 75 consulenze legali, mentre 192 donne sono state prese in carico e seguite all’interno della rete territoriale. Il profilo delle donne mostra una prevalenza nella fascia 40–49 anni (46%), con la quasi totalità di nazionalità italiana (86%).

L’autore della violenza, nella stragrande maggioranza dei casi, è una persona in relazione stretta con la vittima: marito (43%), compagno (31%), oppure familiare o fidanzato.
Solo il 10% dei casi coinvolge un conoscente. Anche qui, gli autori sono per l’89% italiani.
Le tipologie di violenza emerse confermano la complessità del fenomeno: la più diffusa è la violenza psicologica (39%), seguita da quella economica (22%), fisica (16%), stalking (13%) e sessuale (10%). Nel dettaglio, la violenza fisica varia dagli schiaffi e spintoni fino all’uso di armi, mentre quella economica riguarda frequentemente mancato pagamento del mantenimento, controllo delle spese o impedimento a lavorare.
Il Centro evidenzia inoltre un forte radicamento nel sistema di rete: il 31% delle donne è stato indirizzato dalle forze dell’ordine, il 16% dal servizio sociale e il 16% dal pronto soccorso. Un altro 37% è arrivato tramite contatto del CUAV.
Accanto al lavoro con le donne, il documento fotografa l’attività del Centro Uomini Autori di Violenza (C.U.A.V.) “Metamorfosi”, che nel solo 2024 ha seguito uomini in larga parte occupati (88%), di età 40–49 anni, spesso inviati dal sistema giudiziario.

Qui, l’interruzione del programma riguarda il 40% degli utenti, mentre solo il 4% completa l’intero percorso.
“I dati più importanti commenta Marialaura Di Loreto, coordinatrice del centro Alpha- riguardano l’accesso da parte di donne sempre più giovani e questo aumento è da vedere però come un dato positivo, perché non restano più al chiuso delle loro storie, ma si recano al centro antiviolenza in quanto comprendono che possono farlo e anche se non arrivano alla denuncia, si affidano, imparano a chiedere aiuto e questo è un risultato. Anche il Cuav sta funzionando, anche se non va visto come un luogo riabilitativo per gli uomini autori di violenza, ma un ulteriore servizio di prevenzione e protezione per le donne. Sul fronte del sostegno all’autonomia, il 99% delle donne prese in carico ha ricevuto supporto abitativo, mentre per la crescita personale e lavorativa sono stati attivati percorsi di reinserimento, tirocini, attingendo anche a misure governative come Reddito di libertà e Microcredito di libertà. Continua la nostra sinergia sul fronte della sensibilizzazione va fatta e vale”.
“Questi dati ci dicono con forza che la violenza sulle donne non è un fenomeno lontano né marginale: riguarda la nostra città, le nostre comunità, le nostre famiglie – aggiunge il sindaco Diego Ferrara – 350 richieste di aiuto in un anno, 192 donne prese in carico, quasi sempre vittime di violenza psicologica, economica o fisica da parte di persone a loro vicine. È una realtà che non possiamo ignorare. Come amministrazione continueremo a sostenere il lavoro fondamentale del Centro Antiviolenza Donna Alpha e di tutta la rete territoriale, rafforzando prevenzione, protezione e percorsi di autonomia. Chieti deve essere una città che ascolta, che accoglie e che non lascia sola nessuna donna”.








