Ricostruzione delle opere presenti nei musei, quiz e indovinelli; caccia al tesoro, giovani amanuensi, orafi e ceramisti all’opera: sono alcuni dei laboratori che sono pronti ad offrire i musei diocesani di Lanciano e Ortona per avvicinare scuole, famiglie e parrocchie a scrigni di tesori di arte e fede che diventano esperienze a 360 gradi e avvicinare sempre più persone alla conoscenza e al rispetto del patrimonio culturale.
E se le attività con le scuole sono avviate da tempo, sono una novità, unica in Abruzzo, i laboratori nei musei diocesani dedicati a famiglie e parrocchie.
E si parte proprio dalle famiglie con il laboratorio “Aspettando il Natale al museo”: due appuntamenti il 7 e il 14 dicembre dalle 10.30 alle 12 e il pomeriggio dalle 16 alle 17.30 per la realizzazione di un’opera vista al museo legata al natale.
“Questi laboratori sono il frutto di un lavoro congiunto con don Domenico di Salvatore, direttore dei musei e dei beni ecclesiastici dell’arcidiocesi di Lanciano-Ortona, Ada Giarrocco storica dell’arte della diocesi, l’ufficio catechistico di cui è responsabile don Emanuele Bianco con le operatrici museali Manuela Mosca ed Elisa Altobelli”, spiega Maria Di Iorio, archeologa, educatrice museale ideatrice dei progetti, “per arrivare ad un’offerta dei musei che comprende sia le opere ma anche le storie custodite, per un’esperienza a 360 gradi che al momento è l’unica in Abruzzo, soprattutto nell’ambito dedicato alle famiglie e alle parrocchie.

L’attività parte sempre con una visita accompagnata e una selezione poi delle opere viste sulle quali fare dei laboratori: in questo modo il museo lascia un ricordo concreto alle persone, alle famiglie. I laboratori dedicati alle parrocchie sia di Lanciano che di Ortona sono invece legati ai diversi momenti dell’anno liturgico, come quello della comunione, della cresima, della Pasqua”.
Non sono una novità, ma sono senza dubbio implementati, i laboratori con le scuole di ordine e grado, fatti per avvicinare bambini/e e ragazzi/e alla conoscenza e al rispetto del patrimonio culturale.

“La novità è nel coinvolgimento dei più piccoli, dei bambini della scuola dell’infanzia”, riprende Di Iorio, “e le prime esperienze fatte sono state un successo tanto che a gennaio le prenotazioni delle scuole sono sold out. Gli alunni e gli studenti dopo la visita ai musei creano i propri prodotti che possono riportare a casa.
Sono tutte attività fatte per stimolare il senso critico, la creatività, la capacità di osservazione e riflessione dei ragazzi”. E sono tanti i laboratori proposti: si va dai “Primi passi al museo” con la ricostruzione di alcune opere d’arte esposte con puzzle, al “gioco della memoria” con la creazione di alcune card da portare a casa, e poi quiz, indovinelli, letture animate, la pittura (con la “valigia del pittore” ad esempio si scoprono i minerali da cui si ricavavano i pigmenti e le antiche ricette per impastare i colori alla base della realizzazione del dipinto ammirato). E ancora: caccia al tesoro, oreficeria con la riproduzione su lamine di rame di alcuni motivi decorativi delle opere di Nicola da Guardiagrele; attività legate a San Tommaso e agli stemmi di alcune nobili famiglie ortonesi con la costruzione, secondo le regole dell’araldica, dello stemma delle famiglie degli studenti.

Tutte attività realizzate ad offerta libera, contributi che saranno utilizzati per sostenere il progetto, coprire i costi e ampliare l’offerta formativa.Musei davvero aperti a tutti. “Grazi ad un bando Pnrr (Rimozione barriere fisiche, cognitive e sensoriali), il museo di Lanciano ha riaperto le 9 sale con nuovi video che descrivono le stanze anche con lingua dei segni, pitture e sculture con accanto riproduzioni in scala ridotta da toccare per chi non vede e spiegazioni in braille che lo rendono accessibile a tutti,” ricorda Ada Giarrocco.
“Lavori che ci permettono di fare laboratori e visite tattili con la dottoressa Francesca Fiorucci, esperta del settore che svolge queste attività nei musei più importanti di Roma. Almeno una volta al mese organizziamo con lei attività con centri diurni, associazioni di persone con disabilità, centri anziani.
Il museo così si apre davvero a tutti togliendo un divieto storico, quello di “non toccare” permettendo a tutti di entrare in contatto con le opere”.

Abbiamo avviato – spiega don Domenico – una collaborazione con il Centro di ricerca Interuniversitario METArte all’interno del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’università di Teramo, di cui è referente la professoressa Cecilia Paolini, per la diagnosi di queste opere con tecniche non invasive, per riproduzioni fotografiche e scansioni in 3D che ci permettono di studiare le opere e poi di avviare i restauri”.
E sono già due le opere del XV secolo sottoposte ad esami per il restauro: la statua di Cristo Redentore proveniente dalla chiesa del SS. Salvatore di Crecchio e la “Madonna del Carmine”, olio su tela, proveniente dalla chiesa di Spirito Santo di Lanciano. Musei che negli anni restano gli stessi negli allestimenti, ma che grazie anche a queste attività, laboratori, restauri, vivono e si arricchiscono di storie, emozioni, racconti ed esperienze sempre nuove.







