MONTESILVANO- “L’inchiesta sulla discarica di Villa Carmine è la clamorosa contestazione della pigrizia delle carte” commenta cosi la vicenda il consigliere regionale Antonio Di Marco, (Pd) vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio che porterà la questione in commissione.
Per Di Marco il Presidente Marco Marsilio dal 2019 a oggi non ha sbloccato i lavori per la bonifica della discarica, come conferma l’inchiesta.

La gara che per Marsilio ‘sarebbe sostanzialmente pronta per la pubblicazione’ per Di Marco ancora non c’è.
“Eppure il suo impegno nel merito risale addirittura al 2018, campagna elettorale regionale, validato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, una promessa che gli fece guadagnare punti e fiducia. Dopo sette anni viene certificato che quella era una promessa da marinaio.
Eppure quando l’attuale governo di centrodestra si è insediato in Regione ha trovato già le carte pronte: c’erano diverse proposte di intervento lasciate dal governo precedente e dal Commissario dell’epoca, che aveva lasciato l’incarico nel 2016, con la responsabilità trasferita prima a un custode- funzionario del Comune di Montesilvano e poi riassorbita dalla Regione Abruzzo e affidata all’Arap”.
Il primo intervento già realizzato dal precedente Commissario era stata la realizzazione di un canale di drenaggio esterno alla discarica utile proprio a raccogliere l’eventuale percolato che, a fronte di condizioni meteo avverse, sarebbe potuto arrivare da monte, finendo in un fosso.
Già nel 2016 era pronta la procedura per la caratterizzazione della discarica, inizialmente bloccata dalla prima inchiesta, ma le carte sono rimaste lì, disponibili. Di Marco dunque chiede quali ostacoli hanno impedito l’avvio della bonifica dal 2019 nonostante i fondi Masterplan disponibili; quale tra la rimozione dei rifiuti o l’incapsulamento della discarica sia l’ipotesi di intervento prescelta per la gara; e se sia stata fatta un’indagine ambientale anche sulla parte a monte della discarica, dato che finora l’attenzione sembra essersi concentrata solo sulla parte a valle.
“Chiederò di portare tali argomentazioni in Commissione Ambiente, perché è altrettanto chiaro che l’inchiesta in corso non può diventare l’alibi per fermare le procedure” conclude Di Marco.
- Daniela Cesarii








