“Sono tanti gli spunti sui quali riflettere, gli interventi dei sindaci pur nella diversità dei contenuti sembrano andare in una direzione condivisa che è quella della gestione pubblica dell’acqua e di una gestione vicina ai territori per rispondere adeguatamente ai bisogni e alle richieste delle comunità”.
Il presidente della Sasi Nicola Scaricaciottoli tira le somme della prima assemblea dei sindaci promossa con l’obiettivo di avviare un confronto su un tema delicato e di particolare interesse: la riforma del servizio idrico integrato che dovrà essere conclusa entro il 2027 quando ci saranno le scadenze delle concessioni agli attuali sei gestori.
Si tratta di un argomento complesso che è già al centro di incontri e convegni. Lunedì scorso si è tenuto a Sulmona un incontro allargato a gestori, istituzioni, imprese, e pure in quell’occasione il comune denominatore degli interventi è stato “l’acqua deve restare un bene pubblico, gestito nell’interesse della comunità”.

Pensiero più volte ribadito dal presidente della Sasi che nella sala del Patto Territoriale Sangro Aventino, alla presenza del presidente dell’Ersi Luigi Di Loreto e di Mario Paolini, membro del Cda, (assente giustificata la consigliera Consuelo Di Martino che sta dando un notevole contributo alla questione riforma) ha introdotto la questione davanti a una platea di oltre 30 sindaci (più di quaranta quote) dei Comuni della Provincia di Chieti che hanno ascoltato con attenzione prima di far sentire la loro voce.
“La Regione ha voluto dare una base di partenza sulla quale ragionare e il testo della legge parla chiaro e dice che i gestori non possono essere più del numero delle province, quindi l’Abruzzo con sei è già fuori norma per cui è scontata la riduzione – ha esordito Scaricaciottoli – ma va ancora valutato e costruito un modello adeguato alle esigenze dei nostri territori, perciò è importante ascoltare i pareri e le considerazioni di chi il territorio lo vive e lo conosce bene, come voi sindaci.
Oggi è un primo passo perché ritengo il confronto fondamentale. Si profilano varie soluzioni dai due ambiti per contrastare la frammentazione del sistema idrico e migliorare la programmazione, o l’ambito unico regionale con tariffa unica o quattro ambiti sub provinciali, una soluzione questa già sperimentata nel campo dei rifiuti. In questo caso si parla di una governante attenta alle esigenze locali e con una equilibrata distribuzione.

Va detto che qualunque sia il tipo di soluzione privilegiato dovrà passare la verifica in merito ai requisiti richiesti”. Per il presidente della Sasi questo è il momento del confronto, del dialogo, della discussione “la mia preoccupazione è che l’acqua perda il requisito di bene pubblico e possa passare a una gestione privata”.
Preoccupazione evidenziata anche dai numerosi sindaci che sono intervenuti, tra questi anche il consigliere regionale e sindaco di Rosello Alessio Monaco. Tutti si sono espressi contro l’ambito unico e unico gestore rimarcando invece la necessità di una gestione vicina ai territori, con un affidamento in house, ma questo sarà possibile solo se tutto sarà secondo la normativa.
Da qui l’invito alla Sasi “di andare alla trattativa organizzando e pianificando tutto nel migliore dei modi cercando di avere tutte le carte in regola”.E il Cda della società che va avanti condividendo progetti e obiettivi, anche in questo percorso è intenzionato a lavorare senza trascurare nessun aspetto, tenendo sempre presente i pareri e le considerazioni dei sindaci.
Ai quali si è rivolto anche il presidente dell’Ersi Luigi Di Loreto puntualizzando alcuni aspetti tecnici della riforma e sottolineando che l’Ente che presiede agisce per conto e nell’interesse dei Comuni e quindi ha l’obbligo di rendere partecipi i sindaci. “Geograficamente si sta discutendo se fare uno o due ambiti, mentre l’ipotesi relativa agli affidamenti provinciali non sembra percorribile perché la delibera potrebbe essere sottoposta a osservazioni.
Gli ambiti dovranno essere equilibrati da un punto di vista gestionale se vogliamo salvaguardare la gestione pubblica – ha precisato Di Loreto – l’Ersi vuole tutelare i gestori ma vanno trovate forme di sinergie nel rispetto dei requisiti richiesti”.Intanto il presidente Nicola Scaricaciottoli dopo aver apprezzato anche i toni pacati e il confronto costruttivo della mattinata, ha annunciato che ci saranno altre assemblee e incontri “per individuare e costruire insieme la formula più efficace, il modello migliore per gestire un bene primario e vitale come l’acqua e per rendere il servizio sempre più efficace ed efficiente”.
Presenti all’incontro anche Manuela Carlucci direttore area commerciale e amministrativa e Pio D’Ippolito direttore area tecnica della Sasi.

 
									 
					






