Un’indagine condotta dai Carabinieri Forestali di Villa Santa Maria con il supporto del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) di Chieti e del Nucleo Carabinieri Forestale di Vasto ha portato alla scoperta di un imponente stoccaggio illecito di rifiuti tessili e di un impianto industriale privo delle necessarie autorizzazioni..
L’opera ha permesso di svelare un sistema di gestione irregolare di indumenti usati raccolti in diversi comuni abruzzesi.
Le verifiche sui flussi di raccolta hanno portato a individuare una società con sede legale nel Bolognese e operativa nel Vastese, che gestiva per conto di vari enti locali la raccolta degli abiti dismessi senza le necessarie autorizzazioni per lo stoccaggio dei rifiuti tessili.

Durante un sopralluogo presso lo stabilimento dell’azienda, i militari hanno riscontrato la presenza di macchinari per la lavorazione dei metalli – postazioni di saldatura, impianti di verniciatura e un taglio laser – tutti privi delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera previste dal D.Lgs. 152/2006.
I Carabinieri Forestali hanno disposto il sequestro preventivo delle attrezzature per impedire il proseguimento delle attività.
Nel corso delle ispezioni, la scoperta più rilevante è avvenuta in un secondo capannone: all’interno sono stati rinvenuti enormi quantitativi di indumenti usati accatastati in sacchi e big bags, su una superficie di circa 300 metri quadrati per un volume complessivo superiore a 1.100 metri cubi.
Nel piazzale esterno, invece, erano parcheggiati quindici cassoni di autocarri e rimorchi colmi di abiti usati, per un peso stimato di 55 tonnellate.
In totale, secondo le stime dei tecnici, l’azienda avrebbe stoccato oltre 230 tonnellate di rifiuti tessili senza alcuna autorizzazione ambientale.L’intera area è stata sottoposta a sequestro probatorio per preservare le prove e impedire manomissioni.
Sono state disposte elevate sanzioni amministrative per complessivi 10.000 euro, mentre la ditta è stata ammessa alla procedura di estinzione del reato ai sensi dell’art. 318 del D.Lgs. 152/2006, che consente la regolarizzazione in via amministrativa previo adempimento delle prescrizioni imposte.







