Torna il Flic – Festival Lanciano in Contemporanea con un weekend dedicato a musica e danza. Doppio appuntamento con la pluripremiata compagnia di danza milanese Fattoria Vittadini (Premio Hystrio Corpo a Corpo 2018, Premio Rete Critica 2019). In programma due lavori della coreografa Chiara Ameglio. Si inizia il 10 ottobre, alle ore 21, alla Sala Mazzini con la prima regionale di Caligula’s Party, terzo spettacolo del progetto coreografico “Indagini sulla mostruosità”, che si sviluppa intorno alla figura del mostro e interroga i concetti di nemico, antieroe e paura, il valore negato all’errore nel presente.
Partendo dall’opera teatrale di Albert Camus, lo spettacolo rielabora una propria scrittura scenica intorno al suo protagonista, in un componimento tra danza e drammaturgia, corpo e parola. Tutt’altra atmosfera il giorno successivo al Polo Museale Santo Spirito, alle ore 22, con Lingua, performance che nasce e vive nel dialogo tra performer e pubblico. Il corpo esposto si fa territorio da esplorare con lo sguardo, e allo stesso tempo tela sulla quale depositare i propri segni, le proprie tracce attraverso l’invito rivolto dalla performer all’azione di scrivere sulla sua pelle. Un incontro in cui il segno lasciato, lo sguardo, l’immobilità, il respiro diventano grammatica comunicativa amplificata. Il corpo diventa lingua e linguaggio, strumento e significato, attraverso un rituale in cui il pubblico è complice della composizione coreografica.

Sabato 11, alle ore 21, spazio anche a I confini delle parole o il metodo del caso al Polo Museale Santo Spirito, concept e coreografia Gabriella Stazio con Gabriella Stazio, Valeria d’Antonio, Sonia Di Gennaro, Francesca Gifuni, speaker Gabriella Stazio, musiche originali e sound design Francesco Giangrande Luci e fonica Alessandro Messina. A seguire performance di Francesca Chiola, Sara Dias e Satya Forte, alliev edell’Accademia di Bell eArti L’Aquila.
Gabriella Stazio parte dai concetti centrale del Flic (confini, conflitti, incontri) per sviluppare una coreografia basata sul metodo delle keywords che si trasformano in stimoli creativi, alimentando un processo di ricerca condiviso tra la coreografa e i danzatori che genera la creazione di I Confini delle Parole o Le Connessioni del Caso. Il metodo del caso si manifesta in scena attraverso l’estrazione casuale delle parole chiave durante la performance. Ogni parola guida i performer sulla base di informazioni e indicazioni ricevute durante le prove, stimolando un problem solving istantaneo che trasforma l’imprevisto in azione scenica e innescando un’esplorazione fisica e concettuale che intreccia tensioni, connessioni e nuove possibilità.

La casualità della selezione genera una narrazione aperta e in continua trasformazione che evolve in tempo reale sotto gli occhi dello spettatore, offrendo così un’esperienza unica e irripetibile. Grazie al metodo del caso che Stazio porta avanti sapientemente nella maggior parte delle sue creazioni, la performance crea un equilibrio dinamico tra improvvisazione e struttura, creatività e rigore, esprimendo il tema del Festival attraverso un costante dialogo tra divisione e incontro, tra crisi e risoluzione.
Domenica 12 ottobre si chiude il weekend del Flic 2025 con due nuovi appuntamenti al Polo Museale Santo Spirito. Si inizia con Dalet a cura di ResExtensa, creazione, interpretazione e costumi Giorgia Giannini e Andrea Tenerini, supervisione Artistica Elisa Barrucchieri e Giulia Maffei, light design Giorgia Giannini, Andrea Tenerini, Elisa Barucchieri, Giulia Maffei.

Partendo dalla quarta lettera dell’alfabeto ebraico, Dalet, in prima regionale, simbolo di solidità e realizzazione concreta, la performance si immerge nella potenza dell’elemento Terra, evocando la sua natura plastica e creativa, insieme al suo carattere materno. La coreografia a quattro mani si articola in una serie di quadri in cui i danzatori incarnano figure archetipiche universali, richiamando simboli profondi e immagini primordiali, in un dialogo costante tra corpo e spazio. Le luci e le ombre scolpiscono le figure in movimento, mentre la scenografia minimalista e le proiezioni video creano un ambiente onirico, in continua evoluzione.
A seguire ci sarà Rottincuore-Il Discofilm di e con Romina Falconi, regia Niccolò Savinelli, sceneggiatura Romina Falconi, Marta Monsellato e Niccolò Savinelli.

L’opera mescola scrittura teatrale, cinema, musica e performance, con l’estetica cruda e lirica che da sempre contraddistingue Romina Falconi. Un cast di attori e attrici accompagna l’artista in un viaggio emotivo e grottesco, dove il dolore si trasforma in arte e l’autobiografia si fonde con l’immaginazione, dando vita a un racconto che è al contempo personale e universale, reale e simbolico. Nato da una sceneggiatura originale di Romina Falconi e Marta Monsellato, con la regia di Niccolò Savinelli, il discofilm ed è ambientato in una stanza in cui si svolge una terapia di gruppo: un limbo simbolico dove ciascun personaggio rappresenta una canzone dell’album e incarna un preciso profilo psicologico.
Un cerchio di 12 peccatori, ciascuno con una ferita aperta e un segreto da confessare, in una stanza sospesa nel tempo, dove nessuno guarisce mai. Al centro, un’autrice che osserva tutto, ma più guarda, più si perde, fino a smarrire completamente se stessa.