Una sconfitta che brucia. Non tanto per il risultato – comunque pesante – quanto per il modo in cui è maturata. Il Pescara cade 4-1 contro la Sampdoria al “Ferraris” dopo essere passato in vantaggio, confermando un trend preoccupante: la squadra di mister Vivarini fatica tremendamente a reggere sul piano mentale e fisico i ritmi elevati della Serie B.
Un buon avvio, poi il crollo: Il copione della partita era iniziato nel migliore dei modi per il Delfino: buon possesso, discreto controllo del centrocampo, e il vantaggio firmato da Oliveri al 44’, abile a sfruttare un’incertezza difensiva avversaria. Fino all’intervallo, il Pescara aveva dato l’impressione di poter portare a casa punti pesanti da un campo difficile, soprattutto contro questa Sampdoria.
Ma nella ripresa, il Pescara è uscito progressivamente dalla partita, subendo quattro reti tra il 56′ e il 91′. Un blackout totale che ha lasciato poche attenuanti. Il Pescara ha mostrato poca capacità di gestione nei momenti chiave. Dopo il rigore trasformato da Coda, la squadra si è letteralmente sciolta, senza riuscire ad accennare nemmeno a una reazione organizzata.

Il calo atletico nella ripresa è stato evidente: pressing meno efficace, centrocampo troppo schiacciato, difesa lenta nelle letture. Anche i cambi non hanno inciso: l’ingresso di forze fresche non ha modificato l’inerzia. Una gestione passiva, che ha lasciato troppo campo a una Samp in cerca disperata di riscatto.
Una sconfitta che può far male: Questa sconfitta rischia di avere ripercussioni importanti sul piano psicologico. Il Pescara si trova ora nella parte bassa della classifica, con la sensazione di aver perso un’occasione per fare un salto di qualità. Serve una riflessione, e forse anche qualche cambio negli equilibri interni. Vivarini dovrà lavorare molto sul carattere del gruppo, prima ancora che sull’assetto tattico.
Il campionato è lungo, e la Serie B non perdona chi rallenta troppo presto. Servirà una svolta già dalla prossima giornata, altrimenti la zona calda rischia di diventare un’abitudine.
. Dennis Spinelli