Si è spento a 90 anni, circondato dall’affetto della sua famiglia. Con lui scompare un pezzo di storia cittadina.
Lanciano piange la scomparsa di Mimì Barbati, figura storica della città e simbolo della cultura locale. Novant’anni compiuti lo scorso anno, Mimì è stato per generazioni sinonimo di libri, quaderni, matite e di quel profumo unico che solo le cartolerie sapevano regalare, soprattutto a settembre, al momento della riapertura delle scuole.

Dopo una lunga malattia, vissuta con la vicinanza e l’amore della sua famiglia, Barbati ha lasciato un vuoto non solo nei suoi cari, ma in tutta la comunità lancianese.
Con lui si chiude un capitolo importante di una tradizione centenaria, iniziata negli anni ’30 dal padre Arturo, che aprì la prima libreria in città. Negli anni l’attività è cresciuta, diventando un punto di riferimento per studenti, famiglie e appassionati di lettura.
Il testimone è poi passato alla figlia Ilaria, che negli ultimi tempi ha trasferito la storica libreria dal Corso alla zona dei Cappuccini, mantenendo viva un’eredità culturale e familiare che ha segnato la storia di Lanciano.
La libreria Barbati è stata per decenni non solo un negozio, ma un luogo dell’anima: i poster affissi lungo il Corso, i libri scolastici ritirati a settembre, la cartoleria che accompagnava i ragazzi dalla scuola all’università.
Oggi la città perde un simbolo, l’ultimo baluardo di una tradizione che resiste con forza e dedizione.
La redazione di Videocittà si stringe con profondo affetto alla famiglia Barbati: alla signora Franca, a Ilaria, a Stefano e a Gianpietro, condividendo il dolore per la perdita di un uomo che resterà nella memoria collettiva come uno dei volti più autentici della lancianesità.