Buone notizie per Chieti dal consiglio regionale riunitosi per l’approvazione dell’assestamento di bilancio: il Teatro Marrucino non subirà il ridimensionamento dei fondi, l’assise ha infatti approvato l’emendamento per il ripristino dei fondi regionali. Non passa invece il documento a favore dell’Istituto Nazionale Tostiano di Ortona nonostante le rassicurazioni, date giorni fa, dal primo cittadino Angelo Di Nardo.

Soddisfatto il sindaco di Chieti Diego Ferrara
“Accogliamo con grande sollievo la decisione della Regione si tratta di una scelta giusta, importante e lungimirante, che riconosce il valore culturale, sociale ed economico del nostro teatro e della sua storia, inscindibilmente legata all’identità della città di Chieti”.
Alla notizia del taglio del 70% delle risorse per il 2025 l’amministrazione, insieme alla Deputazione teatrale, consapevoli della gravità della situazione e del rischio concreto di vedere interrotta un’attività culturale fondamentale per la città, per il territorio e l’intero sistema teatrale si è mobilitata.
Il taglio, legato alla precaria condizione contabile della Regione a causa del disavanzo sanitario ha invece colpito duramente Ortona.
E’ stato bocciato infatti l’emendamento proposto da Partito democratico e Patto per l’Abruzzo per il ripristino dei fondi al Tostiano. Tagliato del 73,46% il contributo della Regione che passa, in pochissimi anni, da 30mila a 7.962 euro.
“Il sindaco, Angelo Di Nardo, aveva annunciato di aver avuto importanti rassicurazioni sul ripristino dei fondi all’Istituto- si legge in una nota del Partito democratico- Ricordiamo che il Sindaco stesso aveva vantato, in tutta la sua campagna elettorale, l’importanza della filiera di destra ed in particolare di Fratelli d’Italia che avrebbe consentito, benefici per la città. La bocciatura dell’emendamento ci dimostra, invece, che la filiera è bugiarda perché, nonostante le rassicurazioni, quando i nodi vengono al pettine il taglio del contributo diventa esorbitante e sembra funzionare al contrario riducendo i già pochi fondi destinati alla povera cultura tagliando le risorse alle Istituzioni locali per finanziare Regione e Paese”.








