LANCIANO – Ogni estate si ripresenta con la stessa ferocia, lo stesso silenzio, la stessa ingiustificabile leggerezza: l’abbandono degli animali. Ma il 2025, almeno in Abruzzo, sta già lasciando un segno più profondo del solito. Nelle ultime settimane, la provincia di Chieti e l’area frentana stanno vivendo un incremento allarmante di cani abbandonati, spesso lasciati a bordo strada o tra i campi, a pochi passi dalle nostre case, dalle nostre auto, dalle nostre coscienze.
Lo raccontano le immagini. Ieri, il Canile Rifugio di Lanciano ha pubblicato sui propri canali social le foto di alcune cuccette, a seguito dell’ennesimo abbandono. I cuccioli? Dispersi, lasciando spazio al dramma. Non è la prima volta, e purtroppo non sarà l’ultima. Gli occhi spauriti di quei cani, sporchi di terra e spaesati, valgono più di mille statistiche.

Non serve il numero, basta il gesto
Sì, i numeri esistono: nel solo mese di giugno, decine di segnalazioni sono arrivate tra Fossacesia, Atessa, San Vito e Lanciano. Ma oltre le cifre, c’è un gesto che va denunciato con forza: scegliere di abbandonare un cane – spesso adottato con leggerezza o regalato come passatempo – significa tradire una vita che dipende interamente da noi.
Ed è proprio questa la parte più crudele dell’abbandono: il venir meno di una responsabilità verso un essere vivente che non ha scelto né la nostra compagnia, né il nostro egoismo.

Una responsabilità collettiva
Non possiamo più ridurre questo fenomeno a un fatto “privato” o “occasionale”. Ogni abbandono è un fallimento collettivo. Delle famiglie, che talvolta non educano alla cura e alla costanza. Delle istituzioni, che ancora oggi faticano a far rispettare leggi e regolamenti. Di una società che si commuove davanti a un reel con un cane, ma gira lo sguardo davanti a un abbandono in pieno giorno.
Eppure, le realtà come il Canile di Lanciano, o le associazioni, i privati cittadini, non smettono di lottare. Tra spese crescenti, volontari stremati e box sempre pieni, sono loro a raccogliere ciò che altri hanno lasciato. A dare acqua, cibo, carezze. Ma anche a reggere il peso morale di chi non ha saputo farlo. Di chi ha smarrito la propria umanità.
Non è solo un reato, è un tradimento
L’abbandono di animali è un reato. Ma prima ancora è una vigliaccheria mascherata da indifferenza. Serve parlarne, sì. Ma serve anche agire: educare, controllare, denunciare. Serve rifiutare la normalizzazione di un gesto che di normale non ha nulla.
Se vedi un cane abbandonato, fermati. Se puoi, chiama le forze dell’ordine o un canile di zona. Se sei indeciso sull’adozione, non farlo finché non sei pronto. E se hai un animale, ricorda che lui ha solo te.
L’Abruzzo è una terra meravigliosa, benché la sua civiltà non si misura con le spiagge o i borghi, bensì con il modo in cui tratta chi non ha voce.
- Dennis Spinelli