Si conclude con un colpo di scena la favola di Silvio Baldini al Pescara Calcio, l’artefice del ritorno in Serie B dopo quattro anni di purgatorio. Il tecnico toscano ha deciso di salutare la panchina biancazzurra, motivando la scelta con parole cariche di sincerità, gratitudine… e onestà.
“Una stagione da sogno, ma la scintilla si è spenta”
Baldini ha definito la stagione appena conclusa come “fantastica”, sottolineando di aver trovato a Pescara il terreno ideale per realizzare i propri sogni sportivi. Ha elogiato il presidente Sebastiani per il sostegno e ringraziato il direttore Foggia per la costante vicinanza. Ha rimarcato come la tifoseria – con 20mila spettatori medi – abbia ridato vita all’Adriatico: lui stesso ha sentito una profonda emozione nel indossare per un’intera annata la tuta del Pescara con orgoglio .

Tuttavia, l’entusiasmo iniziale ha lasciato il posto a un vuoto interiore: “Non sento più quella magia, quella passione che mi spinge a inseguire i miei sogni”. Poi il confronto con la famiglia – in particolare la moglie e i figli – che lo ha portato a capire che è tempo di interrompere un’avventura vissuta con il cuore .
“Il mio calcio? Non lo pratico a forza”
Baldini è stato netto nel descrivere il suo stile: non accetta situazioni coercitive o forzate. Ha affermato che preferisce rinunciare piuttosto che ingannare i tifosi o simulare entusiasmo inesistente. “Il calcio per me deve muoversi con autenticità”, ha spiegato, ribadendo che se non sente “quel qualcosa di speciale” dentro, non ha senso restare. Non è nel suo stile, ha chiarito, ingannare o barare l’anima del tifoso .
Cosa farà da qui?
Il suo addio non sarà immediato: fino a gennaio Baldini non guiderà un’altra squadra. “Ho bisogno di fermarmi e ricaricare il cuore”, ha detto. Ma non chiude le porte al suo ritorno, qualora emergano le condizioni giuste. Intanto conserva il ricordo di “un anno meraviglioso” con persone di qualità e giocatori che, secondo lui, “faranno strada nella loro carriera”.
. Dennis Spinelli