Il ricordo della professoressa Mariagrazia Tosti
E’ difficile esprimersi quando tanti, troppi ricordi affollano la memoria, quando lo stato d’animo è affannato, quando l’emozione sovrasta e il dolore non accenna a placarsi. Giovanni Dursi ha lasciato un segno indelebile nella mia vita, così come in quella dei tanti che hanno avuto il privilegio di averlo come insegnante, collega, amico, compagno o che, semplicemente, hanno avuto l’opportunità di relazionarsi con lui seppur per breve tempo.
Come posso definire ciò che hai rappresentato? Per me sei stato un mentore, amico, confidente, presenza affidabile, costante punto di riferimento, compagnia serena, interlocutore colto. Coloro che lo hanno conosciuto, hanno ben presente con quanta energia, con quanta lucidità e determinazione, con quanta generosa dedizione, con quanto carisma Giovanni riusciva a trasmettere le sue idee, le sue intuizioni esaltanti, raffinate e stimolanti.

Tanti erano i valori che Giovanni custodiva: la coerenza, di un’esistenza trascorsa a studiare, perché la sua sete di conoscenza e la sua curiosità intellettuale non erano mai paghe
Mi hai raccontato la narrazione intensa ed entusiasmante della tua vita vissuta all’insegna della passione politica e dell’impegno etico: la legge morale kantiana parlava costantemente dentro di te; passione politica ed impegno etico che condividevi negli interventi sui tuoi blog e podcast, e che hai trasferito nei tuoi numerosi saggi di storia e di geo-politica.
Sono stata testimone diretta, e destinataria dei racconti dei tuoi amici più stretti e di più lunga data, delle tue scelte guidate dall’onestà intellettuale che non ti ha mai permesso di trincerarti dentro facili compromessi o situazioni di comodo.
Eri un uomo onesto, corretto, leale; hai sempre lavorato duramente, studioso indefesso, hai lottato contro ciò che consideravi ingiusto, attraverso l’impegno nel sociale e la militanza; hai lottato strenuamente per salvare ciò che sembrava perduto.
Sempre saldo nelle tue idee, argomentate con rigore e passione negli articoli di Mentinfuga, la rivista culturale a cui collaboravamo insieme. Non hai mai svenduto il tuo genio scendendo a compromessi; non avevi né potere, né ricchezza, ma avevi una cosa: la tua voce. E la tua penna che non hai avuto mai paura di usare.
Le tue idee erano sostanziate da anni di studi filosofici, ti definivi un “marxista-leninista” e so che vuoi essere ricordato così, per quella fede incrollabile che avevi nella possibilità di cambiare il mondo e di renderlo un posto migliore, in cui ognuno potesse dare secondo le sue capacità e ad ognuno fosse dato secondo i suoi bisogni.
Hai profuso le tue energie, e la tua competenza nell’ambito delle scienze umane, in quella vasta palestra di vita che è la scuola. Sei stato professore, ricercatore, docente universitario, sei stato scrittore, saggista, come poeta hai scritto versi pieni di amore con quell’intensità e quella fiducia che erano consustanziali a te.
Ti piaceva nuotare, ascoltavi De Andrè e Guccini, avevi nel cuore Bologna, la città dei tuoi studi, del tuo impegno politico, dei tuoi affanni, e a Bologna hai lasciato qualcosa a cui non hai mai voltato le spalle.
Abbiamo parlato qualche volta della morte e caparbiamente desideravo che credessi che dopo il trapasso ci fosse uno spazio nel cuore o un luogo altrove nel quale ci saremo ritrovati.
Non so se ti ho mai convinto. Ma adesso di fronte a questo dolore che non trova un senso plausibile né un controvalore di giustezza posso solo aggrapparmi alla consolatoria immagine di noi due che, chissà dove, chissà quando, torneremo a parlare dell’essenza dei sentimenti, dell’idea di libertà e di anarchia, della morale che deve guidare le azioni, delle ingiustizie e della lotta contro … sei stato come un vento di soave, spazzavi via l’oscurità della paura, la nebbia dell’ignoranza, il fumo delle deboli credenze, per me sei stato questo… una folata di vento che innalza, sospinge, conduce a quella conoscenza e consapevolezza che, da sola, non avrei mai raggiunto … tu duca, tu maestro.
Mariagrazia Tosti