Nei giorni scorsi a margine di uno degli incontri organizzati dal Comune di Lanciano con la stampa è emerso “un progetto in fase istruttoria che l’amministrazione Paolini vuole assolutamente realizzare” per la costruzione in zona di via Rosato di tre ulteriori palazzi con una nuova piattaforma commerciale, parcheggi e rotonde, probabili nuove cementificazioni di aree verdi.
Europa Verde Frentania in una nota firmata dai coordinatori cittadini Rita Aruffo e Stefano Luciani boccia invece il progetto della Giunta Paolini. “Questo approccio – si legge nella nota – dimostra ancora una volta la miopia sulle vere esigenze della città. Lanciano non ha bisogno di nuovi palazzi: la città decresce, in 10 anni, dal 2013 al 2023, Lanciano ha perso 1500 abitanti, una media di 150 abitanti l’anno.
Significa che circa 50 appartamenti all’anno non sono più abitati. E allora da dove nasce la necessità di costruire nuovi palazzi e soprattutto di consumare nuovo suolo? Non sarebbe meglio incentivare, promuovere e studiare riqualificazioni di edifici esistenti? Valorizzare il patrimonio immobiliare già in essere? Tornare a popolare nuovamente quartieri che oggi appaiono tristi e vuoti per interi isolati e che darebbero tono e vivacità alla città? Ed invece si va in direzione opposta.

Siamo costretti a ribadire alcuni concetti che l’attuale amministrazione non recepisce. Siamo di
fronte ad una giunta antica che guarda allo sviluppo della città con una unica visione: quella di
cementificare gli ultimi spazi verdi rimasti, sia pubblici che privati. Dobbiamo ricordare ancora una volta al sindaco e alla sua giunta che da agosto 2024 è in vigore un regolamento emanato dall’Unione Europea (UE 2024/1991), che impone un cambiamento di prospettiva a salvaguardia degli ecosistemi urbani con precisi vincoli per le amministrazioni che non potranno più adottare misure in grado di determinare una perdita di spazio urbano verde e della copertura arborea.
In particolare le amministrazioni pubbliche non potranno causare perdite nette di spazi verdi urbani e di copertura arborea urbana fino al 2030. Ed invece non solo nella loro visione di città gli attuali amministratori ignorano qualsiasi regolamento o azione che aiuti a mitigare i cambiamenti climatici e contenere le isole di calore che nella stagione calda ormai asfissiano i cittadini, ma ignorano anche qualsiasi progetto di buon senso che riqualifichi questa città rendendola più viva e dotata di attività e soluzioni abitative che valorizzino il patrimonio immobiliare esistente.
Ricordiamo anche a questa amministrazione che la mitigazione naturale delle temperature in
centro città con aree urbane verdi è divenuta necessaria perché le alte temperature aumentano il
consumo di acqua e energia, con notevoli ricadute sui costi economici . Si insiste ancora con nuove costruzioni e nuovi insediamenti commerciali sull’area che comprende via Rosato, via Barrella, via Don Minzoni e via Tinari, e che già ha oltrepassato il limite di sostenibilità. Ricordiamo che in quella zona sono presenti 2 centri commerciali con altrettanti ipermercati, 5 supermercati di medie dimensioni, un Mc Donald’s, la pista d’atletica e il palazzetto dello sport, 4 scuole che accolgono migliaia di studenti, le poste centrali, l’ufficio delle entrate e nelle vicinanze ci sono altre 2 scuole con numerosi studenti, lo stadio e il terminal degli autobus.
Non basteranno rotonde e nuove strade e parcheggi per migliorare la vita dei cittadini. Se si continuano ad ingolfare parti della città già al limite della vivibilità, solo perché appetibili per la
presenza di terreni liberi e aree verdi da cementificare, si otterrà il risultato contrario, impoverendo
il resto della città dove sono tante le serrande abbassate.
La salute e la sicurezza dei nostri cittadini e la vivibilità della città vengono prima di qualsiasi
appetito speculativo, un’amministrazione moderna e con una visione sul futuro dovrebbe pensare
a questo, non solo a come fare cassa. Sarebbe ora di compiere una valutazione vera tra costi e
benefici quando si fanno scelte per la città. C’è un dato sconcertante che viene fuori da dati Istat e che si continua ad ignorare, in Abruzzo c’è una superficie urbana da recuperare così ampia, che si potrebbe non consumare un centimetro quadrato di suolo per 7,3 anni.
Buona parte di questo edificato abbandonato, se non tutto, è già servito da strade, fognature,
acquedotti, rete elettrica ed energetica e quindi non avrebbe neppur bisogno di investimenti
infrastrutturali di supporto e neppure andrebbe a pesare sui futuri bilanci comunali o regionali per
le necessarie opere di manutenzione. Lavorare al solo recupero dell’esistente è la mossa vincente
e urgente che la politica continua ad ignorare.
Speriamo che questo progetto sia ridimensionato e si cominci ad agire per il bene comune. Se in
passato l’obiettivo era quello di uno sviluppo volto all’edificazione di palazzi e cementificazioni di
suolo, oggi la visione è completamente cambiata e chi amministra ne deve prendere atto e
cambiare rotta.
Quando questa amministrazione parla di tradizioni e di conservazione, dovrebbe ricordare che in
questa città, senza troppi scrupoli, si è abbattuto il palazzo dell’ex Tabacchi, un pezzo della nostra
storia industriale, tutto per costruire palazzi enormi e ancora in parte vuoti. Poco importa da dove e sotto quale amministrazione sorgano progetti, se sono anacronistici e obsoleti rispetto all’oggi e non lungimiranti, bisogna assumersi la responsabilità di contestarli con forza.








