“Non avrei voluto farlo e chiedo perdono.” Con queste parole, Michael Whitbread, 75enne britannico, ha ammesso in aula di aver ucciso la compagna Michele Faiers, 66 anni, durante il processo che si è tenuto oggi davanti alla Corte d’Assise di Lanciano. L’omicidio è avvenuto il 29 ottobre 2023 nel casolare che la coppia condivideva nella contrada Verratti di Casoli, in provincia di Chieti.
Secondo quanto riferito dall’imputato, la donna sarebbe stata “morbosamente gelosa” e avrebbe adottato atteggiamenti di maltrattamento nei suoi confronti. Tuttavia, il movente che emerge dalle indagini è diverso: Michele Faiers avrebbe deciso di porre fine alla relazione dopo aver scoperto il tradimento di Whitbread con un’altra connazionale.
La tragica vicenda si è consumata nella camera da letto della coppia, dove la Faiers è stata trovata priva di vita, colpita da nove fendenti alla schiena e al torace. Uno di questi si è rivelato fatale.
Dopo il delitto, Whitbread ha lasciato l’Italia e si è rifugiato nel Regno Unito, ma è stato estradato nell’aprile del 2024 per affrontare il processo.
Il contesto e la confessione L’uomo, comparso davanti ai giudici, ha tentato di spiegare il suo gesto, attribuendolo a uno stato di esasperazione legato al rapporto conflittuale con la compagna. Durante la seduta, però, ha espresso rimorso: “Non avrei mai voluto farlo.”
Gli avvocati della difesa hanno sottolineato il quadro psichico compromesso dell’imputato. Una perizia psichiatrica eseguita dal dottor Raffaele De Leonardis ha infatti stabilito un vizio parziale di mente al momento del fatto, evidenziando una capacità di intendere e di volere grandemente scemata.
L’uomo aveva anche tentato il suicidio nel marzo del 2023, mesi prima dell’omicidio.
Le prove e le dinamiche del delitto Le indagini hanno rivelato una colluttazione tra i due, con la donna che avrebbe cercato di difendersi o di disarmare il compagno. Tracce di sangue di Whitbread sono state rinvenute sugli abiti della vittima, suggerendo che l’uomo si fosse ferito durante lo scontro.
Michele Faiers era stata descritta da conoscenti come una donna solare, ma la relazione con Whitbread era diventata sempre più complessa e problematica. Il trasferimento in Abruzzo, inizialmente motivato dal desiderio di vivere una tranquilla vita di coppia, si è trasformato in un dramma culminato nell’omicidio.
L’accusa e il processo Michael Whitbread è ora accusato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza. La Corte d’Assise di Lanciano dovrà stabilire il grado di responsabilità dell’uomo e valutare se il vizio parziale di mente possa influire sulla pena. Nel frattempo, il 75enne rimane detenuto presso il carcere di Rebibbia, a Roma.
Il processo proseguirà nelle prossime settimane, con l’attesa deposizione di ulteriori testimoni e l’analisi approfondita delle prove raccolte. La famiglia di Michele Faiers, distrutta dal dolore, spera in una giustizia che renda onore alla memoria della donna.