Un ritrovamento importante che, riporta letteralmente alla luce, le antiche vestigia di un misconosciuto insediamento ecclesiastico della costa frentana. E’ quello effettuato nelle campagne di Fossacesia dalla sezione frentana dell’Archeoclub presieduta dall’architetto, docente e storico Umberto Nasuti.
Dopo lunghe ricerche, e su un terreno privato, sono stati infatti ritrovati alcuni resti appartenenti alla chiesa di Santa Maria dei Greci, già citata da diversi studiosi locali nelle loro opere, tra cui Domenico Romanelli nella “Topografia Historica del Regno di Napoli” ma di cui non si conoscevano evidenze archeologiche e monumentali.
L’edificio sorgeva, non lontano dalla più celebre abbazia di San Giovanni in Venere e dal cosiddetto “Portus Veneris” in località Colle Pecorai, nella zona di Fosso Palazzo.



Cercata per tanti anni ed invisibile agli occhi a causa della folta vegetazione che la ricopriva, dopo una prima pulizia è tornata a farsi mostrare in alcune parti dell’abside.
“Noi dell’Archeoclub, in particolare io e Gabriele Di Bucchianico – sottolinea Umberto Nasuti a Videocittà – eravamo a “caccia” di questa chiesa già da qualche mese, perchè ne conoscevamo l’esistenza e ne avevamo parlato con un anziano di Fossacesia appassionato di storia locale. Personalmente come ricercatore dei fatti della Seconda Guerra Mondiale in Abruzzo, mi muovo spesso nella valle del Sangro e tra la primavera e l’estate scorsa pur camminando sù e giù per queste zone rurali non riuscivo ad individuare la zona dove sorgeva la chiesa.
In una di queste passeggiate, un signore del posto mi chiese cosa cercassi nelle sue campagne e fu provvidenziale nell’indicarmi una zona recintata distante circa 1 km da dove mi trovavo.
Giunto sul posto, da fuori riuscivo a vedere solo un mucchio di rovi, fogli e sterpaglie.
Successivamente contattando e conoscendo personalmente il proprietario, siamo riusciti ad accedere nella zona tra la vegetazione, ed abbiamo individuato parte delle murature di San Nicola dei Greci. Avvisati in maniera ufficiale il Comune di Lanciano e la Soprintendenza (invitata anche a recarsi sul posto e ad organizzare un convegno insieme all’Archeoclub), abbiamo ricevuto subito la risposta sel sindaco Di Giuseppantonio che molto gentilmente ci ha ospitato in Comune in due, tre occasioni.
Grazie al lavoro dell’Ufficio Tecnico abbiamo scoperto che l’area era già segnalata dal 1910, data in cui erano stati richiesti i primi sopralluoghi che non sono però mai avvenuti. Ad un occhio non attento – afferma il presidente dell’Archeoclub Lanciano – può sembrare solo un mucchio di pietre, ma non è così. Si tratta di un sito di grande importanza: andrebbero approfondite le ricerche con degli scavi e spero che il suo ritrovamento possa innescare interesse intorno a questo monumento.
Purtroppo il luogo non è facilmente individubile se non si è accompagnati da qualcuno che ne conosce la giusta ubicazione, ed è recintato, ma da questi primi sopralluoghi possiamo intuire che la chiesa fosse a tre navate e di dimensione non sono così irrisorie”.
Non è la prima volta che Nasuti è protagonista di importanti ritrovamenti visto che nell’estate del 2022 mentre si trovava sulla spiaggi di Punta Aderci a Vasto, rinvenne un’antica ancora in pietra, oggi visibile al Museo Civico di Palazzo D’Avalos.
. Simone Cortese








