Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni animaliste, sospendendo la delibera della Regione Abruzzo che autorizzava la caccia selettiva di 469 cervi considerati ‘in soprannumero’ nei territori degli Ambiti territoriali di caccia (Atc) di Avezzano, Sulmona, area Subequana, L’Aquila e Barisciano e al di fuori delle aree protette e delle aree ad esse contigue.
Un successo per le associazioni animaliste e per tutti quei semplici cittadini che si sono battuti contro una decisione avversata da tanti
Più di 134 mila persone hanno sottoscritto una petizione on line, altre 50 mila hanno scritto direttamente al presidente Marco Marsilio sempre per chiedere lo stop alla caccia. L’abbattimento è stato deciso, in base agli studi dell’Ispra che documentano un sovrannumero dei cervi in alcune aree della regione, con la delibera di giunta dell’8 agosto.

“A seguito della disfatta davanti al Tar Abruzzo, che non ha accolto il ricorso contro la delibera della giunta Marsilio Lav, Lndc Animal Protection e Wwf- si legge in una nota- si sono rivolte al massimo grado della giustizia amministrativa ottenendo la sospensione del provvedimento dell’amministrazione regionale fino alla discussione in camera di consiglio che si terrà giovedì 7 novembre.
È impensabile continuare a giustificare la caccia come soluzione che possa favorire la convivenza fra i cittadini e gli animali selvatici. Il nostro obiettivo deve essere quello di cercare alternative più rispettose per l’ambiente e per gli animali stessi. La caccia ai cervi rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili alternative non violente, a favore della lobby venatoria”.
Per le associazioni la caccia rischia, inoltre, di creare squilibri ecologici importanti in ecosistemi già fragili
“L’eliminazione di esemplari adulti e cuccioli potrebbe avere ripercussioni sulle dinamiche di crescita e riproduzione della specie, con potenziali conseguenze a lungo termine sulla biodiversità locale” sostengono le associazioni. Oggi sarebbero dovuti partire gli abbattimenti, ma la Regione e gli Atc non erano stati in grado di chiudere correttamente la procedura di autorizzazione. L’onorevole Michela Brambilla, presidente dell’intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’ambiente e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’Ambiente, associazione intervenuta con un ricorso a sostegno dell’altro presentato commenta:
“Il decreto riconosce che vi sono i presupposti di necessità ed urgenza per sospendere la validità dell’atto che avrebbe dovuto produrre oggi i suoi nefasti effetti. C’è ancora tempo per far valere le ragioni di chi, come me, ritiene ingiustificato l’abbattimento di quasi 500 cervi. Sotto la maschera del piano di contenimento, c’è un programma venatorio a vantaggio dei cacciatori, la lobby più vezzeggiata da tutte le Regioni italiane, del loro diletto e delle loro casse i proventi da tariffario andranno agli Ambiti territoriali di caccia. Del resto, come dimostrano esperienze pregresse con altre specie, gli abbattimenti di massa non hanno mai risolto veramente i problemi”.
Sul fronte della politica le opposizioni M5s, Alleanza Verdi-Sinistra e il partito di Rifondazione comunista, con diverse prese di posizione, reiterano l’appello al governatore Marsilio a ritirare la delibera.
- Daniela Cesarii







