Come ogni anno a Cocullo, in provincia dell’Aquila, torna l’attesissima Festa dei Serpari. Ogni primo di maggio migliaia di visitatori affollano le strade del borgo anche per superare le loro paure.
Ieri in seimila si sono radunati sotto la pioggia per rendere omaggio a San Domenico. Secondo una tradizione locale, il Santo, cavandosi il dente e donandolo alla popolazione, fece scaturire una fede che andò a soppiantare il culto pagano della Dea Angizia, protettrice dai veleni, tra cui quello dei serpenti. A questa Dea venivano offerte, all’inizio della primavera, delle serpi come atti propiziatori.
La prima fase della festa avviene mesi prima, quando i “serpari”, ossia persone esperte nella ricerca e cattura dei serpenti (rigorosamente non velenosi), figure principali del rito, si mettono all’opera.
Fin dalle prime ore del mattino del primo maggio, essi girano per la piazza del paese con svariati tipi di serpi e invitano i molti turisti presenti ad avere contatto con il rettile e ad “indossarlo” come collana o bracciale. Nel frattempo altri antichi rituali propiziatori avvengono nella chiesa: si tira la campanella, si raccoglie il terriccio. A mezzogiorno inizia la processione con la Statua del Santo avvolta dalle serpi, che sfila per le vie del paese suscitando lo stupore dei presenti.
- Beatrice Tomassi