Rita Aruffo Co-portavoce Europa Verde Abruzzo, Alessio Monaco Co-portavoce Europa Verde Abruzzo – Consigliere Regionale Alleanza Verdi e Sinistra e Stefano Luciani Responsabile organizzazione Europa Verde Abruzzo, con una nota tornano a parlare della manifestazione tenutasi nei giorni scorsi a Bomba.
“La straordinaria partecipazione alla manifestazione del 27 dicembre a Bomba ha confermato – si legge nella nota – in modo inequivocabile, la netta contrarietà dei cittadini della Val di Sangro, dei comuni limitrofi e di ampie aree dell’Abruzzo al progetto di estrazione di gas nell’area del lago di Bomba. Una mobilitazione trasversale, composta da amministratori locali, associazioni e cittadini, che dimostra come il dissenso non sia episodico né ideologico, ma radicato e consapevole.
Si tratta di un progetto che negli ultimi quindici anni è già stato più volte bocciato, a diversi livelli
istituzionali, per le sue criticità ambientali, territoriali e di sicurezza. Anche nel Piano di Emergenza – Diga di Bomba redatto dalle Regione Abruzzo, nella revisione di novembre 2024, viene evidenziata la fragilità del territorio. Tanto che a pag. 31 del documento si afferma: “gran parte dei versanti che si affacciano sul lago mostrano movimenti gravitativi in atto impostatisi sulle coltri e sui versanti argillosi” con una foto che evidenzia proprio l’area interessata al progetto estrattivo.

Ancora oggi resta senza risposta una domanda centrale: quali benefici reali porterebbe questo
intervento al territorio e alle future generazioni? Le risposte continuano a essere assenti. Al contrario, appaiono evidenti i potenziali danni: un ulteriore fattore di spopolamento delle aree interne, rischi concreti per un territorio fragile, segnato da fenomeni franosi e dalla presenza di faglie, e possibili conseguenze sulla sicurezza della diga e dell’invaso del lago.
Un quadro che imporrebbe prudenza, studio e responsabilità. Il compito primario di chi governa la Regione è la tutela del territorio e delle comunità che lo abitano, prima di qualsiasi interesse economico o privato. Anche le ricadute occupazionali e finanziarie spesso evocate appaiono marginali e temporanee, con benefici concentrati quasi esclusivamente sui soggetti proponenti e non sul tessuto locale.
Ciò che i cittadini chiedono con forza non è il blocco dello sviluppo, ma una direzione diversa e
coerente con la vocazione del territorio. In particolare, viene richiesto un intervento concreto per
il potenziamento e l’ammodernamento dell’idroelettrico già esistente, una risorsa reale,
strutturale e compatibile con l’ambiente.
Il bacino di Bomba ospita già infrastrutture idroelettriche che potrebbero essere valorizzate
attraverso investimenti tecnologici, efficientamento degli impianti, incremento della capacità
produttiva e migliore gestione delle concessioni. Questa prospettiva rappresenta una reale
opportunità di sviluppo per il territorio, in linea con la tutela ambientale e con l’interesse delle
comunità locali.
In questo contesto, appare ancora più grave la persistente ambiguità della Giunta regionale di
centrodestra. A partire dal presidente Marco Marsilio, fino agli assessori regionali, non è mai stata
espressa una posizione chiara e pubblica sul progetto di estrazione del gas né, tantomeno, sulle alternative possibili. Anche del consigliere “locale” Nicola Campitelli non abbiamo chiara la
posizione, è a favore della tutela del territorio e dei suoi cittadini o è a favore delle trivelle sul lago
di Bomba a discapito del territorio e della sicurezza dei suoi abitanti?
I cittadini chiedono trasparenza. Se esiste una posizione favorevole al progetto in Regione, venga
dichiarata apertamente e discussa in un confronto pubblico, a Bomba, davanti a una comunità che
ha già espresso con forza la propria contrarietà. Allo stesso modo, si dica chiaramente perché non
si intende investire con decisione sull’idroelettrico esistente, che rappresenta una scelta di buon
senso e di futuro.
Siamo pronti da subito al confronto, così come lo sono gli organizzatori della manifestazione e le
realtà del territorio. Tra i cittadini contrari vi sono anche elettori dell’attuale maggioranza
regionale: un dissenso che attraversa schieramenti politici, appartenenze e colori.
La Regione Abruzzo è chiamata ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte e a spiegarle
pubblicamente. Il silenzio, oggi, è la posizione più ambigua di tutte. Restiamo in attesa di un riscontro, nella convinzione che la trasparenza, il confronto e una vera visione di sviluppo sostenibile siano alla base di una buona amministrazione”





