ORTONA- Vertenza Tekne: netti segnali di miglioramento, ma i sindacati chiedono tempi certi e una soluzione industriale. È passato un anno dallo sciopero ad oltranza delle lavoratrici e dei lavoratori della Tekne S.p.A., azienda specializzata nella progettazione e produzione di veicoli industriali speciali e di sistemi elettronici complessi per il settore civile e, prevalentemente, per quello della difesa.
In questo periodo sono stati fatti passi avanti importanti.
“Lo sciopero di un anno fa- spiega Andrea De Lutis segetario provinciale Fiom-Cgil Chieti – nasceva da un ritardo di quattro mesi nel pagamento delle mensilità e, soprattutto, dalla totale assenza di certezze sul futuro dell’azienda”.
Oggi la situazione è diversa:
- è stato recuperato il ritardo nel pagamento delle mensilità
- le lavoratrici e i lavoratori hanno percepito un premio di risultato
- l’azienda è uscita dalla procedura di composizione negoziata e ha raggiunto un accordo con banche e fornitori per rientrare dai debiti
- sono state acquisite nuove e importanti commesse che garantirebbero almeno 10 anni di lavoro
- è ripresa l’occupazione, con un aumento del personale da circa 140 addetti a oltre 200 lavoratrici e lavoratori attuali, l’azienda oggi appare nuovamente in piena attività

Nel corso dell’anno c’è stato anche il tentativo di ingresso nella società dell’azienda statunitense Nuburu, operazione bloccata dall’esercizio della Golden Power da parte del Governo.
“Con tale azione il governo ha riconosciuto Tekne come azienda di interesse nazionale- aggiunge De Lutis- A seguito di questo passaggio, come Fiom-Cgil abbiamo chiesto al Mimit di essere convocati: ci aspettiamo ora che la soluzione arrivi da Roma e che il Ministero ci convochi appena dopo le festività.
Dalle informazioni in nostro possesso, il Governo starebbe valutando un ingresso attraverso Invitalia, eventualmente insieme a un altro soggetto industriale. In questa fase registriamo un forte fermento: ci sono segnali ci rendono moderatamente ottimisti, ma è necessario mantenere i piedi ben saldi a terra.
Il fattore tempo è decisivo. La crisi della Tekne non è stata causata dalla mancanza di commesse, bensì da una crescita troppo rapida rispetto alle proprie capacità finanziarie e organizzative.
Per questo l’ingresso del Governo e di un eventuale socio industriale deve avvenire in tempi stretti: ulteriori ritardi metterebbero seriamente a rischio posti di lavoro e una realtà produttiva strategica per il territorio e per la nazione”.
- Daniela Cesarii







