Erano partiti dagli stabilimenti Stellantis di tutta l’Italia (Melfi, Cassino , Pomigliano e Atessa) per raggiungere la Serbia ed essere impiegati nell’avvio della produzione della nuova Fiat Grande Panda. Ora dopo alcuni mesi di lavoro nella fabbrica di Kragujevac, una parte di quegli operai ha preso la strada del ritorno. Come riportato per primi da MF-Milano Finanza, diversi lavoratori in trasferta nel paese balcanico,stanno rientrando in Italia per essere ricollocati in soprattutto nello stabilimemto di Mirafiori.
Il sito piemontese si trova infatti tra le priorità per il piano di rilancio industriale del gruppo, che punta sulla nuova Fiat 500 ibrida come modello chiave per riportare volumi produttivi significativi in Italia. Proprio questa prospettiva starebbe spingendo diversi operai a lasciare la Serbia per tentare il trasferimento a Torino.

Gli operai italiani inviati a Kragujevac avevano accettato la trasferta su base volontaria nel corso del 2025, soprattutto per evitare lunghi periodi di cassa integrazione in patria. In Serbia sono stati impiegati nei turni della Grande Panda, modello che Stellantis ha scelto di produrre nell’Europa orientale per contenere i costi. Ora, però, qualcosa sta cambiando.
Un gruppo consistente di lavoratori provenienti da Cassino ha già ottenuto il trasferimento a Mirafiori e inizierà l’attività a Torino già dalle prime settimane di gennaio. Il rinnovato interesse per Mirafiori è legato ai numeri attesi della nuova 500 ibrida: Stellantis mira a raggiungere una produzione annua di circa 100 mila unità già nel 2026, dopo una prima fase di avvio che ha visto la realizzazione di circa 6 mila vetture tra novembre e dicembre.

Sembra che anche da altri stabilimenti italiani, come Melfi e Termoli – quest’ultimo escluso dal progetto di gigafactory – diversi operai sarebbero pronti a chiedere una trasferta a Torino, proprio per agganciarsi alle nuove opportunità produttive. Il rientro di parte degli operai italiani non implica un rallentamento delle attività a Kragujevac. Lo stabilimento serbo è ormai prossimo al pieno regime sulla Grande Panda, con tre turni attivi, e dal 2026 aumenterà anche la produzione della Citroën e-C3, con volumi stimati intorno alle 40 mila unità annue.
Per sostenere questi ritmi, Stellantis ha fatto affidamento sulla manodopera straniera. Oltre agli italiani – arrivati a sfiorare quota 200 – il gruppo ha impiegato lavoratori provenienti da Marocco, Nepal e altri Paesi asiatici, anche a causa della difficoltà di reperire personale locale, retribuito con salari intorno ai 600 euro mensili.
Secondo Milano Finanza, il rientro potrebbe non fermarsi ai primi casi: altri operai italiani potrebbero seguire lo stesso percorso nelle prossime settimane, non tanto per tornare nei propri stabilimenti d’origine quanto per tentare l’assegnazione a Mirafiori e contribuire alla fase di avvio della produzione di massa della 500 ibrida.







