Assoluzione piena “perché il fatto non sussiste” per Paolo Paolucci legale rappresentante della G.T.E SAS titolare dello stabilimento balneare “Il Pirata”di Fossacesia Marina. Assoluzione anche per gli altri imputati coinvolti in una vicenda giudiziaria andata avanti per quasi cinque anni tra polemiche e perplessità, esposti da parte di alcune associazioni ambientaliste che ritenevano la struttura troppo vicina al mare e il conseguente sequestro preventivo – poi revocato – da parte della Capitaneria di Porto di Ortona e dalla Procura del Tribunale di Lanciano.
Un percorso piuttosto complesso per Paolucci che seppur fiducioso nel buon esito del processo che, secondo i suoi avvocati Salvo Tesoriere e Patrizio Del Bello dello studio Gamberini di Bologna, non doveva nemmeno essere istruito, solo adesso può tirare un respiro di sollievo.

E dopo alcuni giorni di silenzio, ha scelto di fare chiarezza su quanto accaduto con l’obiettivo di fugare dubbi, se ancora ce ne sono. “Oggetto del processo erano le presunte difformità rispetto al vincolo paesaggistico su cui insiste lo stabilimento e l’area in concessione. Attraverso i periti tecnici e tutte le autorizzazioni ottenute da parte di tutti gli enti e pure dai miei avvocati è stato provato che nulla è stato costruito, fatto, edificato, progettato in difformità rispetto alle autorizzazioni rilasciate per ben tre volte sullo stabilimento – sottolinea Paolucci-, non si è mai parlato nel corso del procedimento della distanza dall’acqua, l’attenzione era concentrata sulle fondazioni o meglio sulla facile o difficile rimozione della struttura che doveva essere realizzata. Ed è stato provato che è completamente removibile ed è rispondente a tutte le norme demaniali comunali e regionali”. Non lascianodubbi le dichiarazioni degli avvocati.

“La sentenza assolutoria del Tribunale di Lanciano certifica la correttezza e la buona fede di tutti i protagonisti della vicenda – spiega l’avvocato Tesoriero – ingiustamente costretti a difendersi per anni in un processo che non avrebbe dovuto essere celebrato. Il dibattimento ha infatti confermato quanto il Gip aveva già rilevato, cioè che lo stabilimento balneare è stato regolarmente realizzato in piena conformità con i permessi rilasciati dai numerosi enti interessati, smentendo così la tesi della Procura”. Che decise comunque di dare il via al procedimento, nonostante il dissequestro dell’opera da parte del Gip del Tribunale di Lanciano Canosa.
“Le perizie tecniche presentate dalla Capitaneria di Porto e dalla Procura – ha aggiunto Paolucci – sono state sconfessate e si è dimostrato ampiamente che l’opera è removibile completamente smontabile e aderente alle normative vigenti, sono caduti quindi tutti i capi di imputazione”. Assoluzione piena. “Va riconosciuto alla Procura, seppur solo nell’ultima udienza – puntualizza l’avvocato Patrizio Del Bello – di aver preso atto dell’insussistenza delle accuse e di essersi pronunciata per l’assoluzione degli imputati. L’epilogo di un processo che, udienza dopo udienza, ha dimostrato l’assoluta buona fede di Paolo Paolucci, prima vittima di tutta la vicenda”.







