Per 24 ore, dalle 5:30 di oggi alle 5:30 di domani, le giornaliste e i giornalisti italiani incrociano le braccia. La protesta, indetta dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), punta i riflettori sulle profondissime criticità che attraversano l’informazione nazionale: un contratto fermo da dieci anni, un settore in crisi e un pluralismo sempre più fragile.
Un contratto bloccato da dieci anni e un settore in sofferenza
La Fnsi denuncia uno stallo ormai decennale sul rinnovo del contratto di lavoro, ritenuto insostenibile in un comparto segnato da tagli agli organici, stati di crisi, prepensionamenti e compressione delle retribuzioni. Secondo il sindacato, gli editori della Fieg continuano a non riconoscere il ruolo essenziale del giornalismo come “presidio della vita democratica”.
La richiesta principale è un aumento salariale in linea con quello degli altri contratti collettivi, insieme a maggiori tutele sull’uso dell’Intelligenza artificiale, considerata una tecnologia che – senza regole – rischia di compromettere autonomia e libertà dell’informazione. Centrale anche il tema dell’equo compenso per i contenuti pubblicati online.
La replica della Fieg: “Crisi drammatica e concorrenza sleale degli OTT”
Gli editori respingono le accuse e offrono una lettura opposta: il settore, spiegano, è colpito da una crisi “drammatica” che ha portato a un dimezzamento dei ricavi, in gran parte sottratti dagli Over The Top come Google e Meta, accusati di trattenere i guadagni pubblicitari generati dai contenuti giornalistici.
La Fieg rivendica investimenti a tutela della qualità e dell’occupazione, sottolineando di aver evitato licenziamenti grazie all’uso degli strumenti normativi condivisi con il sindacato. Sulla trattativa, gli editori accusano la Fnsi di non voler affrontare la necessaria modernizzazione del contratto, necessaria – sostengono – per favorire l’ingresso dei giovani e rendere sostenibile il lavoro nelle redazioni.
Riguardo all’Intelligenza artificiale, la Fieg si dice pronta a un approccio etico e a codici di tutela, ma considera inefficaci norme rigide che sarebbero rapidamente superate.








