Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha spiegato nero su bianco le ragioni che hanno portato all’allontanamento di due bambini dalla loro famiglia. Un provvedimento che ha fatto discutere per settimane, trasformandosi in un caso mediatico nazionale. L’ordinanza, ora resa pubblica, offre un quadro dettagliato fatto di criticità educative, sanitarie e ambientali che, secondo i magistrati, rendevano impossibile garantire ai minori uno sviluppo adeguato.
La casa “insalubre”: segnalazioni ignorate
I servizi sociali descrivono l’abitazione come “disagevole e insalubre”. Una condizione ripetutamente segnalata e mai affrontata dai genitori, nonostante la presenza di due bambini piccoli. Per gli operatori, l’ambiente domestico non assicurava standard minimi di igiene e sicurezza. Un elemento che i giudici definiscono “strutturale” e che avrebbe inciso sulla salute dei minori.
Scuola: obbligo disatteso e percorso irregolare
Altro punto centrale riguarda l’istruzione. La figlia risulta in possesso soltanto di un certificato di terza classe, mentre per il fratello il percorso scolastico appare lacunoso. L’assenza di frequenza costante – sottolinea il Tribunale – impedisce ai bambini di acquisire competenze fondamentali e di costruire relazioni con i coetanei, aggravando un isolamento già presente in famiglia.
La visita neuropsichiatrica mai fatta
La pediatra, insospettita da alcuni comportamenti, aveva richiesto una valutazione neuropsichiatrica per entrambi i minori. Un accertamento considerato necessario, ma che i genitori hanno rifiutato in più occasioni. Il rifiuto sistematico delle visite specialistiche ha portato i servizi sociali a parlare di “mancata collaborazione” e a segnalare una situazione sanitaria non monitorata.
Vaccinazioni: la richiesta da 50mila euro
L’ordinanza ricorda anche la vicenda delle vaccinazioni: per consentire gli accertamenti, la famiglia avrebbe chiesto 50mila euro a figlio. Una richiesta giudicata dai magistrati “ingiustificabile” e incompatibile con il diritto dei bambini alla tutela della salute.
L’esposizione televisiva: privacy violata
I giudici contestano infine ai genitori di aver portato i figli in televisione durante la fase più critica della vicenda, esponendoli mediaticamente e compromettendo la loro privacy. Una scelta ritenuta in contrasto con il dovere di protezione che incombe sui genitori.
Perché è stato disposto l’allontanamento
Secondo l’ordinanza, l’insieme delle criticità – condizioni abitative precarie, obblighi scolastici non rispettati, mancata collaborazione sanitaria e uso mediatico dei minori – rendeva necessario un intervento immediato.
Il Tribunale parla di una decisione “a tutela dei bambini”, adottata dopo anni di segnalazioni rimaste senza risposta.








