Proseguono i lavori della Procura de l’Aquila che indaga su un 56enne accusato di aver installato microcamere negli appartamenti di studenti e professionisti in un condominio, nella periferia della città. L’uomo ha negato di aver venduto o diffuso i video, pur ammettendo la presenza delle webcam.
Secondo il fascicolo aperto dalla Procura, l’indagato avrebbe commesso i reati di interferenza illecita nella vita privata e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Le due ipotesi sono distinte: la prima riguarderebbe l’installazione delle telecamere in ambienti privati, la seconda la potenziale circolazione dei filmati registrati.

L’interrogatorio e lo stato delle indagini
Durante l’interrogatorio davanti al gip Giulia Colangeli, l’uomo ha dichiarato di non aver né venduto né diffuso i contenuti video. Ha chiesto di essere interrogato per evitare la misura degli arresti domiciliari, che la Procura aveva richiesto per “pericolo di inquinamento delle prove”. Il gip si è quindi riservato di decidere su come procedere.
Le registrazioni sarebbero state compiute in abitazioni locate a studenti e studentesse, «allievi della Scuola di ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza e professionisti», secondo quanto riportato nell’atto dell’indagine. Il caso solleva profonde preoccupazioni sul tema della tutela della privacy e sulla sicurezza degli ambienti abitativi destinati a persone spesso in condizione di vulnerabilità. La vicenda è comunque significativa per la città de l’Aquila, in un momento in cui il tema della sicurezza urbana e della qualità della vita è al centro delle politiche locali.
- Dennis Spinelli










