“L’arma è un deterrente”. Ne è convinto il primo cittadino Angelo Di Nardo che con una delibera di giunta, approvata recentemente all’unanimità, ha avviato l’iter per la dotazione di armi da fuoco agli agenti della polizia locale. Fortemente critica la posizione del Partito comunista che parla, in una nota “di un ritorno al far west, un grave passo indietro, culturale e politico, per la città”.
Un’anomalia quella di un corpo di polizia locale sprovvisto di armi che, per il primo cittadino, va sanata con un procedimento lungo e articolato che prevede la predisposizione di un regolamento comunale, la richiesta di autorizzazione alla Prefettura, la formazione tecnico pratica per gli agenti e l’adeguamento logistico per la custodia delle armi.
Di pari passo viaggiano l’implementazione dell’impianto di videosorveglianza con il trasferimento del comando della polizia locale da piazza san Francesco al palazzo di giustizia in via Tripoli.

“Dietro la parola “sicurezza” si nasconde una visione distorta e pericolosa della convivenza civile: quella che risponde alla paura con la logica delle armi, invece di affrontarne le cause sociali- argomenta il Pci nella nota- Non è distribuendo pistole che si costruisce sicurezza.
La vera sicurezza nasce da politiche sociali efficaci, dal lavoro stabile, dall’istruzione, dalla solidarietà e dalla presenza attiva delle istituzioni nei quartieri. Armare la Polizia Locale non previene i reati e non migliora la vita dei cittadini.
Serve solo a dare l’illusione di forza, mentre i problemi reali restano irrisolti: disoccupazione, degrado urbano, mancanza di spazi per i giovani, povertà crescente. Ortona ha sempre rappresentato un esempio di civiltà e dialogo, non di militarizzazione”.
Il Pci, forza extra consiliare, invita i cittadini a riflettere: “la sicurezza non si conquista impugnando una pistola, ma ricostruendo legami, diritti e giustizia sociale“.
- Daniela Cesarii