Un padre abruzzese, manager d’azienda di Chieti, è indagato per maltrattamenti aggravati e continuati nei confronti delle sue due figlie, ancora in tenera età al momento dei fatti. L’uomo, apparentemente insospettabile, è accusato di averle segregate in casa per anni e sottoposte a un regime di rigida disciplina, con punizioni corporali e minacce costanti.
Secondo quanto ricostruisce Il Centro, la vicenda risale a diversi anni fa e fu già oggetto di una prima indagine, poi archiviata dopo che le bambine — all’epoca di 7 e 9 anni — avevano ritrattato le accuse di fronte al giudice. Tuttavia, durante la separazione dei genitori, una consulenza tecnica d’ufficio ha portato alla riapertura del caso, con la trasmissione degli atti alla Procura.

Ascoltate di nuovo dagli investigatori della squadra mobile di Chieti, le minori — oggi adolescenti — hanno confermato le accuse iniziali, spiegando di aver mentito in passato per paura del padre. Hanno raccontato di essere state costrette a rispettare regole ferree e, in caso di errori, a subire punizioni severe come lavare a mano i panni sporchi.
L’uomo, secondo quanto emerge dalle testimonianze, le avrebbe insultate e minacciate anche durante i compiti scolastici e, in un episodio particolarmente grave, avrebbe brandito una balestra per terrorizzarle e obbligarle a rimanere con lui.
La Procura di Chieti ha disposto nuovi accertamenti e l’uomo rischia ora il rinvio a giudizio per maltrattamenti familiari aggravati e continuati.