La stagione turistica estiva in Abruzzo nel 2025 si è rivelata, nel complesso, positiva per gli operatori del settore, con un incremento medio delle presenze del 10% rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, questa crescita non è stata uniforme: la distribuzione dei turisti ha seguito un andamento disomogeneo, a “macchia di leopardo”, evidenziando le trasformazioni in atto nel modo di viaggiare degli italiani, sempre più propensi a diluire le vacanze lungo tutto l’anno.
Secondo il presidente di Confcommercio Abruzzo, Giammarco Giovannelli (nella foto), i dati raccolti dall’Osservatorio Turismo Confcommercio tra giugno e settembre mostrano un panorama in evoluzione. I piccoli borghi hanno vissuto un vero e proprio boom, grazie al turismo esperienziale, all’enogastronomia e alle vacanze all’aria aperta, con punte di aumento fino al 50% rispetto all’anno precedente. Al contrario, le località balneari hanno registrato cali significativi, soprattutto a luglio e nella prima parte di agosto, mentre le presenze si sono rafforzate nei periodi di bassa stagione, complice anche una maggiore accessibilità economica.

La permanenza media dei turisti si è attestata tra le 4 e le 7 notti, con una spesa complessiva stabile rispetto al 2024: circa 1.170 euro a persona per l’intero periodo estivo. Le variazioni mensili sono state significative: giugno ha visto una spesa media di 650 euro, luglio 820 euro, agosto ha toccato i 930 euro, mentre settembre si è chiuso con una media di 750 euro, soprattutto per soggiorni brevi.
Sul fronte delle sistemazioni, gli hotel hanno raccolto il 21% delle preferenze, seguiti dai bed & breakfast (17%), dalle case in affitto breve (13%) e dalle seconde case o ospitalità presso amici e parenti (14%). Agriturismi, campeggi e villaggi vacanze hanno completato il quadro, con una buona performance nelle aree interne e montane.
Giovannelli sottolinea come questi dati confermino la crescita dell’Abruzzo come destinazione turistica, soprattutto per chi cerca autenticità, natura e cultura. Tuttavia, l’attuale struttura della stagione estiva, concentrata in meno di cento giorni, non è sufficiente a garantire una sostenibilità economica per le imprese del settore. Da qui l’urgenza di investire in infrastrutture e strategie di destagionalizzazione, per rendere l’Abruzzo fruibile tutto l’anno.