“Insegno ai miei studenti e studentesse a credere in dei valori, a battersi per essi e poi io per primo non seguo questo insegnamento? Che esempio sarei? Credo nella pace, nella solidarietà, nella giustizia e ho indossato un simbolo di questi valori”.
Così don Alessio Primante, responsabile della Cappellania scolastica dell’arcidiocesi di Lanciano – Ortona e cancelliere della Curia, spiega quello che per molti è stato un gesto forte, dal grande valore simbolico: indossare la kefiah, simbolo di solidarietà al popolo palestinese, e farlo non in un giorno qualunque, ma durante la processione della Madonna del Ponte di martedì scorso, quella più grande e seguita della diocesi.
Migliaia di occhi si sono posati su quella mantellina bianca e rossa: occhi distratti, altri attenti e bendisposti, altri ancora infastiditi. E parole, bisbigli hanno seguito i suoi passi: di approvazione, pochi altri di insofferenza. “E’ un gesto che è un messaggio di pace, giustizia che, assieme alla difesa del Creato, sono i valori fondanti della comunità scolastica diocesana”, riprende don Alessio.

“E’ un gesto per essere vicino al popolo palestinese, di solidarietà che è valore universalmente riconosciuto. E’ una immagine forte, che parla: solleva anche nel nostro territorio, la nostra città, il velo su una realtà di sofferenza. E’ un’immagine che lancia una riflessione sul fatto che nella terra del Signore si vive un genocidio.
Anche Papa Leone XIV ha espresso, ed esprime, profonda vicinanza al popolo palestinese, a Gaza, a centinaia di migliaia di persone che “vivono nella paura”, “sopravvivono in condizioni inaccettabili”. Il mio”, continua don Alessio, “ è un gesto soprattutto di pace. Da anni la bandiera della pace è sull’altare della chiesa del Purgatorio, mi segue nelle messe celebrate all’aperto, proprio tra le mura di quel Creato che pure difendiamo. E’ un messaggio, quindi, di fede, solidarietà, giustizia, amore, pace: svegliamoci dal sonno”.
“Questo messaggio di pace, giustizia e di solidarietà, pur facendo riferimento ad una situazione concreta, quale quella di Gaza”, chiude S.E. Monsignor Emidio Cipollone, “ha un valore universale che potremmo leggere in riferimento alla necessità di cercare la pace in tutte le situazioni di conflitto e violenza che ci sono nel mondo”.