Lanciano (Chieti) – Tentavano di far arrivare ben 14 smartphone all’interno del carcere di Lanciano utilizzando un drone professionale, ma l’operazione è stata bloccata grazie alla prontezza della polizia penitenziaria.
L’episodio, avvenuto domenica 14 settembre nelle campagne di Villa Stanazzo, è stato reso noto dal sindacato Sappe.
Secondo la ricostruzione, tre persone – due uomini e una donna, di origini campane e siciliane – sono state intercettate e fermate nei pressi dell’istituto penitenziario dopo un inseguimento non semplice. I tre sono stati denunciati a piede libero. All’interno del carcere, telefoni cellulari come quelli sequestrati possono arrivare a costare fino a 3mila euro ciascuno.
La denuncia del Sappe: carenze di organico al 40%
Il segretario locale del Sappe, Piero Di Campli, ha sottolineato come il successo dell’operazione sia arrivato nonostante le gravi carenze di personale:
“Nonostante la continua emorragia di agenti nell’istituto penitenziario frentano – abbiamo raggiunto la soglia del 40% di organico in meno – il sacrificio per garantire la legalità all’interno e all’esterno della struttura continua senza sosta”.
Determinante anche l’intervento di agenti fuori servizio, che non hanno esitato a mettere a rischio la propria incolumità.
Il sindacato ha inoltre ricordato come, pur con l’installazione di un sistema antidrone, i tentativi di introdurre droga e telefoni non siano del tutto cessati.
Operazione coordinata dalla polizia giudiziaria
L’azione è stata guidata sul campo dal sostituto commissario coordinatore Pellegrino Gaeta.
“Un ringraziamento particolare va rivolto anche ai cittadini che convivono con la presenza del carcere – ha concluso Di Campli – e che collaborando con la polizia penitenziaria contribuiscono in maniera attiva alla sicurezza sociale e territoriale”.