Con la Tenzone dei Quartieri, in programma oggi dalle 17 al Parco Villa delle Rose, si deciderà quale tra i quattro rioni storici di Lancianovecchia,Borgo, Civitanova e Sacca conquisterà il bassorilievo del Mastrogiurato d’Oro ed avrà l’onore di sfilare per primo nel Corteo Storico di domenica 7 settembre.
Tradizione, orgoglio, generosità e un tocco di sano campanilismo, caratteristiche e virtù che hanno sempre animato, il “fuoco sacro” di Antonio Pasquini. Ricordarlo per chi scrive e, per chi lo ha conosciuto, è un piacere ma al tempo stesso un tuffo al cuore: nei febbrili giorni che precedevano la Tenzone, Antonio era sempre impegnatissimo e preso nell’organizzare al meglio la squadra del suo quartiere, la Sacca: sanguigno ed esuberante si prodigava al massimo per allestire un team che potesse vincere nel suo amato tiro alla fine e perchè no, conquistare l’ambito bassorilievo realizzato dal maestro Vito Pancella.

Ma quello Antonio non era un semplice amore per il suo rione natio, lui era follemente innamorato e legato alla sua terra, alla sua Lanciano, che al contrario di tanti suoi coetanei, non aveva mai voluto lasciare, dichiarandosi orgogliosamente parte della sua storia e delle sue tradizioni. Nomi, città, personaggi ed eroi di Lanciano e dell’Abruzzo che trasparivano nei simpatici nick name affiancati al suo nome sul web (come dimenticare i mitologici soprannomi di Longinus o di Oplaco Obsidius) ma anche nei testi e nei brani che in tanti anni ha composto e creato con grande competenza e passione. Caratteristiche che l’animavano quando c’era da esibirsi in un concerto dal vivo con la sua band o semplicemente se si parlava di hard rock ed heavy metal.
Antonio non è più con noi da quel maledetto maggio 2020 che si è portato via per sempre il suo sorriso, la sua grande bontà e l’esuberanza di un ragazzo ricco di vita, progetti ed entusiasmo. Come ogni fine estate in questo giorno particolare, mi sembra di vederlo ancora lì, nell’angolo di piazza Plebiscito, con la calzamaglia blu e azzurra a spronare i suoi compagni e ad offrire ogni goccia di sudore per quel gioco atavico e primordiale che in fondo è il tiro alla fune.

Ma lo vedo anche sorridere tra gli abbracci dei compagni di quartiere e degli altri contendenti, perchè finita la contesa e fuori dall’agone sportivo, si è tutti fratelli e figli della stessa città. Dal 2022 con la creazione del memorial a lui dedicato il quartiere vincitore del tiro alla fune riceve una scultura realizzata dall’artista frentano Nicola Antonelli. “In questa scultura – raccontava all’epoca il maestro Antonelli – il fulcro è la fune, anche se fisicamente non c’è e bisogna immaginarla. Proprio come quella fune che lega le persone tra loro o che lega ognuno di noi alle proprie passioni”.
Anche se come la fune nella scultura, fisicamente non sei più con noi caro Antonio. il forte legame che hai creato con la tua città, rimarrà per sempre a stringere nel tuo abbraccio le persone che ti hanno conosciuto e voluto bene.
. Simone Cortese







