Cammino, esperienza, cambiamento, ascolto, lavoro di squadra, desiderio di imparare, creatività, difficoltà, corresponsabilità: sono le parole che suor Nathalie Becquart sottosegretaria del Sinodo dei Vescovi, per la prima volta in Abruzzo, ha utilizzato per parlare di sinodalità nella chiesa a livello mondiale ma anche nella diocesi di Lanciano- Ortona nell’affollata “Assemblea pastorale diocesana” svolta oggi, 6 settembre nell’aula magna del Palazzo arcivescovile, nell’ambito della fase profetica del cammino sinodale.
Questo cammino di rinnovamento voluto da papa Francesco ha infatti già vissuto la fase narrativa (2021-2023) dedicata all’ascolto, e la fase sapienziale (2023-2024), focalizzata sulla riflessione e il discernimento. Ora, nella fase profetica si tirano le fila e si mette in pratica quanto emerso.
“E non potevamo avere guida migliore oggi, per parlare di sinodalità, di suor Nathalie”, dice il vescovo Emidio Cipollone, “prima donna nominata da papa Francesco nel 2019 consulente del sinodo dei vescovi, diventata il 6 febbraio 2021 sottosegretaria e prima donna con diritto di voto nel Sinodo”.
“La sinodalità è cammino, esperienza, cambiamento, ascolto, ma anche unione delle diversità”, spiega suor Nathalie, “e nei luoghi che ho visitato (è appena tornata dall’Oceania, ndc) ho vissuto e visto diverse culture, ma tutte unite perché erano e sono guidate dallo stesso Spirto Santo che soffia e stimola anche in modo creativo il cambiamento”.

E come esempio di creatività nella sinodalità la sottosegretaria ha portato una scuola in Nigeria dove il cambiamento è partito dai bambini; nella realtà diocesana ad esempio un seme è stato posto con la creazione tre anni fa della Cappellania scolastica, comunità del mondo della scuola che riunisce studenti, insegnanti e non solo, sotto i valori della giustizia, della pace e della difesa del creato.
“La Chiesa in questo momento deve avere il desiderio di imparare”, riprende la suora, “e deve farlo tramite l’esperienza. Non impariamo la sinodalità sui libri o con i corsi, ma con l’esperienza. Il cammino, come detto da Papa Francesco, “si fa camminando”.
Un cammino non semplice che la Chiesa fa attraverso le gambe delle realtà locali”. Dalle parole venute fuori in un confronto durante l’assemblea oltre ad ascolto, accoglienza, si è parlato di difficoltà e fatica, di capire come dare concretezza a questo cammino.
“Il cammino non è facile, ma Dio non assegna missioni impossibili”, risponde suor Nathalie, “e soprattutto il cammino si può e deve fare assieme”. Corresponsabilità: cioè lavorare in squadra, nella diocesi e in tutti i livelli, è la strada da seguire. “Passiamo dall’io al noi”, invita la suora, “tenendo ben presente che tutti abbiamo un posto, come su una barca a vela, ma dobbiamo coordinarci per andare avanti.

Anche Papa Leone ha evidenziato la necessità del cammino, che ci sono difficoltà come dimostrano guerre, violenze, ma che il nostro faro resta il Vangelo. Anche nelle nuove sfide del digitale e della Intelligenza artificiale”.E nella squadra ci sono e devono essere sempre più donne di cui suor Nathalie è un simbolo.
“In questa fase di innovazione le donne devono essere sempre più coinvolte nei processi decisionali e la Chiesa lo sta facendo”, precisa. “Papa Francesco ha nominato altre donne anche prefette, nei dipartimenti, ma non basta fare nomine solo in Vaticano. Le donne hanno una voce, un ruolo come gli altri nella chiesa sinodale in cui si sta assieme al servizio degli altri, in una visione di uguaglianza e reciprocità.
Ascoltare la prospettiva delle donne è un ricchezza, papa Francesco ha detto ad esempio che nei processi di pace abbiamo bisogno del coinvolgimento delle donne. E Papa Leone XIV continua in questo solco di innovazione, di pace, di una chiesa unita nelle diversità di genere e di culture”.
Suor Nathalie oggi ci ha invitato a recuperare le cose antiche partendo dalle Scritture, e a fare nostre le proposte nuove che escono dal processo sinodale”, chiude il vescovo Cipollone, “Il sinodo non è un evento, ma uno stile che deve diventare nostro delle comunità parrocchiali, della chiesa locale e universale.
Dobbiamo imparare ad ascoltarci, a far spazio al nostro cuore anche a ciò che pensano gli altri per raggiungere un unico obiettivo. La nostra chiesa questo cammino lo sta facendo e deve proseguire”. E lo farà assieme , la corresponsabilità è infatti parola chiave dell’orientamento formativo per l’anno pastorale 2025/2026.