“Muoviti. Ogni giorno. Perché finché pedali, sei vivo”, è questo il monito che racchiude l’intera vita di Domenico Belfatto. Classe 1937, di Casoli, iniziò a pedalare nel 1964 e ancora oggi, a 87 anni, esce in bicicletta tre volte a settimana. Ogni suo percorso quotidiano conta almeno 100 chilometri e soltanto nel 2025 di chilometri ne ha percorsi 31mila. Senza clamore e senza premi, ma solo dimostrando che il movimento è vita. E vuole raccontarlo attraverso il suo esempio.
Domenico, che di professione è stato prima barbiere, poi parrucchiere, fino a diventare noto formatore e professionista nell’ambito dell’estetica, è molto conosciuto non solo nella sua Casoli ma anche a livello nazionale per i numerosi successi professionali che lo hanno visto al fianco di personaggi come Pippo Baudo, Alba Parietti, Maria Grazia Cucinotta e tanti altri.
Il suo percorso da ciclista iniziò nel 1964 senza allenatore, senza cronometro e con la sola voglia di muoversi ed esplorare. Il ciclismo per lui non è mai stato uno sport ma un atto quotidiano di libertà. Dieci anni dopo, nel 1974, fondò la prima società ciclistica della vallata del Sangro, il Ciclo Club Casoli che poi diventerà il Ciclo Club Belfatto Center, che arrivò a contare ben 70 soci.

Tante le pedalate in tutto l’Abruzzo e oltre: dalle passeggiate da Casoli a Roccaraso nei mesi invernali con la scalata della vetta innevata della Forchetta, a 1300 m, fino al grande raduno nazionale a Roma negli anni Ottanta con circa 9000 partecipanti che partirono dalla Capitale alla scoperta dei colli romani, ai più recenti raduni di New York con oltre 60mila ciclisti.
Oggi, Domenico Belfatto, dopo ben 60 anni di lunghe pedalate, si concede più di 3000 chilometri la mese. La bici del 1964 e la borraccia d’epoca hanno fatto spazio a tachimetro GPS e abbigliamento moderno. A raccontare oltre mezzo secolo di attività sportiva ci sono articoli, interviste, foto e parole. A dimostrazione del fatto che la storia di Domenico non è quella di un ciclista ma è la testimonianza che l’età è una convenzione e che il corpo risponde all’anima se è nutrita da passione e disciplina.
È un invito a non rimandare, a non sedersi, a non arrendersi, qualunque sia l’età e il percorso di vita. È una preziosa testimonianza soprattutto per le giovani generazioni, ed è a loro che Domenico vuole rivolgersi principalmente, con il suo esempio silenzioso che ha sfidato con la bicicletta pioggia, vento e caldo. A loro dice: “Non serve essere eroi, basta non fermarsi. Perché la costanza è l’unica forma di coraggio”.