PESCARA – Un gesto che non dovrebbe più accadere nel 2025, e che invece racconta ancora una barriera invisibile e profonda. Una donna non vedente è stata lasciata a piedi da un tassista nel pieno centro di Pescara, solo perché accompagnata dal suo cane guida. Inutile la mediazione della Polfer, il tassista ha rifiutato categoricamente l’invito.
La donna aveva regolarmente chiamato un taxi, e quando l’auto è arrivata ha aperto la portiera per salire con il suo cane guida, regolarmente addestrato e autorizzato. Ma il conducente ha rifiutato di farli salire, ignorando non solo il buon senso, ma anche la legge.
In Italia, infatti, la presenza del cane guida al fianco delle persone non vedenti è tutelata dalla normativa. Il rifiuto di un servizio pubblico a causa della presenza di un animale guida non solo è un gesto discriminatorio, ma rappresenta anche una violazione delle norme vigenti.
La legge parla chiaro: i cani guida hanno pieno accesso
Secondo la Legge 37/1974, aggiornata da successive disposizioni, i cani guida per ciechi e ipovedenti hanno libero accesso in tutti i mezzi di trasporto pubblico, compresi taxi, autobus, treni, e locali aperti al pubblico. Chi si rifiuta di farli accedere è passibile di sanzione.
Più che un semplice episodio di maleducazione, ciò che è accaduto a Pescara tocca il tema profondo dell’inclusione. Il cane guida non è un animale da compagnia: è un’estensione della libertà di movimento e dell’autonomia personale.
L’episodio è ora al vaglio delle autorità. Il Comune di Pescara, da sempre sensibile al tema dell’inclusione, ha fatto sapere di voler approfondire l’accaduto.
Intanto, la vicenda accende i riflettori sulla necessità di una maggiore formazione degli operatori, e di una cultura civica che riconosca pienamente i diritti delle persone con disabilità.
- Dennis Spinelli