In Abruzzo come in tutta Italia, prezzi alle stelle anche per i beni di prima necessità
Entrare in un supermercato oggi, in Abruzzo come nel resto d’Italia, significa affrontare una vera e propria sfida economica. I cartellini dei prezzi sono ormai uno shock visivo e psicologico: pesche a oltre 5 euro al chilo, prosciutto crudo fino a 60 euro, tonno all’olio a 30. Anche i beni più semplici e quotidiani sembrano fuori portata.
L’inflazione generale nel mese di luglio è rimasta stabile, secondo l’Istat. Ma questa apparente calma non tocca il cuore delle spese familiari: il cosiddetto “carrello della spesa” continua a bollire.
I rincari più evidenti riguardano generi di largo consumo:
Burro: indice a 183 Patate: 166 Molluschi freschi: 161 Olio di oliva: 162 (un anno fa era addirittura sopra 190)Riso: 155.Cacao e cioccolato in polvere: oltre 152
Ma l’aumento non si limita al cibo. Le spese per l’abitazione, l’elettricità e il gas sono cresciute del 32,3% negli ultimi quattro anni.
Anche le vacanze estive pesano: ristoranti, hotel e strutture ricettive segnano aumenti consistenti, soprattutto in alta stagione.
Il settore dei trasporti mostra un incremento moderato in media (+13,9%), ma nasconde un dato ben più allarmante: i voli aerei hanno costi esplosi, con l’indice del trasporto aereo passeggeri a 247,9, e quello dei voli nazionali a 308,3, il più alto in assoluto.
In Abruzzo, dove gran parte della popolazione vive con redditi medio-bassi e dove la spesa alimentare rappresenta una fetta importante del bilancio familiare, la situazione è ancora più sentita.
Molte famiglie hanno iniziato a tagliare su tutto: meno carne, meno pesce, meno prodotti freschi. Si compra lo stretto necessario, spesso rinunciando alla qualità.
Fare la spesa è diventato un lusso, e ogni visita alla cassa è un colpo al portafoglio. In Abruzzo come in tutta Italia, l’aumento dei prezzi è ormai una realtà che incide sulle scelte quotidiane e sul futuro di molte famiglie.