Annalaura Mastrangelo, giovane ricercatrice originaria di Castiglione Messer Marino, è l’autrice di uno studio pubblicato su Nature, una delle riviste più prestigiose al mondo. La ricerca condotta presso il Centro Nacional de investigaciones cardiovasculares di Madrid, rappresenta un importante passo avanti nella lotta all’aterosclerosi.
Un metabolita prodotto dai batteri intestinali, il propionato di imidazolo (ImP), è stato identificato come un potenziale promotore dell’aterosclerosi, una patologia che può causare il restringimento delle arterie e provocare gravi eventi cardiovascolari come infarti e ictus.
Anna Laura Mastrangelo e gli altri ricercatori protagonisti dello studio, hanno individuato nel sangue livelli elevati di ImP in persone affette da aterosclerosi, anche nelle fasi iniziali della malattia, quando non sono ancora presenti sintomi evidenti. Questo composto, prodotto esclusivamente dal microbiota intestinale, potrebbe quindi diventare un utile indicatore precoce, più accessibile rispetto agli attuali strumenti diagnostici basati su tecniche complesse e costose di imaging.
Oltre a rilevarne la presenza, gli studiosi hanno dimostrato che l’ImP contribuisce attivamente allo sviluppo dell’aterosclerosi. Nei modelli animali alimentati con diete ricche di colesterolo, l’impiego di bloccanti per il recettore I1R – responsabile della risposta all’ImP – ha rallentato o impedito la progressione della malattia.
Questa evidenza apre nuove prospettive terapeutiche: al Cnic sono già in corso studi per lo sviluppo di farmaci mirati contro gli effetti dannosi dell’ImP. La ricerca è stata possibile grazie al supporto di numerosi enti, tra cui la Fondazione “la Caixa”, il Consiglio Europeo della Ricerca, il governo spagnolo e fondi europei del programma NextGenerationEU

“Sono orgogliosa che questa ricerca destinata a cambiare le sorti della medicina cardiovascolare abbia come autrice una donna abruzzese, figlia delle nostre aree interne – ha sottolineato l’assessore regionale Tiziana Magnacca.
Si tratta di un lavoro che testimonia il valore indiscutibile dell’eccellenza della ricerca e che vede come protagonisti i figli dei nostri territori – conclude l’assessore – che si affermano in campo scientifico capaci di raccogliere grandi sfide. Un lavoro condotto in collaborazione con i più importanti centri di ricerca a livello mondiale, a dimostrazione che la vera ricchezza dell’Abruzzo non è solo nei paesaggi, nella buona cucina e nell’accoglienza, ma anche nel capitale umano. Le nostre radici sono la prova che dalla solidità delle nostre comunità sono capaci di cambiare il mondo”