TRENTO – Dopo mesi di battaglie legali e mobilitazioni civiche, arriva una prima, importante vittoria per l’orsa F36. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trento ha accolto l’opposizione presentata da LNDC Animal Protection contro l’archiviazione del caso: due persone andranno a processo con l’accusa di aver ucciso illegalmente l’animale.
Una decisione che riaccende i riflettori su una delle vicende più controverse nella gestione della fauna selvatica italiana e segna un punto fermo nella difesa della legalità e della biodiversità.
L’opposizione accolta: svolta giudiziaria per F36
LNDC, rappresentata dall’avvocato Michele Pezone, aveva depositato opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura, portando alla luce nuovi elementi investigativi, tra cui frammenti metallici compatibili con proiettili ritrovati nel corpo dell’orsa. Pur in assenza dei bossoli, secondo l’associazione vi erano sufficienti margini per procedere con un’indagine approfondita.
Il GIP ha riconosciuto la fondatezza dell’istanza e ha stabilito che il caso non poteva essere chiuso senza un processo.
LNDC: “F36 non doveva morire. È tempo di giustizia”
La presidente di LNDC Animal Protection, Piera Rosati, ha commentato con parole forti:
“F36 non doveva morire. Era stata condannata da una politica miope e accanita contro gli orsi. Il Consiglio di Stato ci aveva dato ragione, ma qualcuno ha deciso di farsi giustizia da sé. Ora confidiamo che il processo possa finalmente fare chiarezza e restituire dignità non solo a F36, ma a tutti gli animali selvatici uccisi ingiustamente.”
Il riferimento è all’ordinanza di abbattimento firmata dalla Provincia Autonoma di Trento, poi sospesa in via cautelare dal Consiglio di Stato su ricorso proprio di LNDC. Ma la sospensione non ha evitato l’epilogo tragico: F36 è stata trovata morta poco dopo.
Un caso simbolo nella tutela della fauna selvatica
L’uccisione di F36 ha diviso l’opinione pubblica, sollevando il tema della gestione degli orsi in Trentino e del rapporto tra sicurezza, convivenza e conservazione ambientale. LNDC ha sempre denunciato un clima “ostile e ideologico” contro la presenza dei plantigradi, alimentato – a suo dire – anche da scelte politiche poco trasparenti e da una narrativa distorta sui rischi reali.
La decisione del GIP rappresenta un segnale importante: la tutela degli animali non può essere ignorata o aggirata con atti arbitrari.
Cosa succede ora
Il procedimento giudiziario entrerà ora nel vivo: due soggetti sono formalmente imputati per l’abbattimento illegale dell’orsa. LNDC seguirà ogni fase del processo, con l’obiettivo di ottenere giustizia e rafforzare i presupposti legali per una gestione responsabile e scientifica della fauna selvatica in Italia.
- Dennis Spinelli