Ieri pomeriggio, Jean-Philippe Imparato, responsabile della regione Europe Enlarged del gruppo, Stellantis, ha affermato come l’azienda, potrebbe essere costretta a chiudere alcuni stabilimenti entro la fine dell’anno. Le sue parole anno subito suscitato reazioni, come quelle di Alfredo Fegatelli, segretario della Fiom di Chieti.
“Si tratta di una dichiarazione grave e irresponsabile – ha sottolineato il sindacalista- una tragica chiusura della ex Sevel, andrebbe a creare gravi danni occupazonali in tutto il Mezzogiorno, con conseguenze devastanti anche sull’indotto che coinvolge migliaia di lavoratrici e lavoratori in Abruzzo e nelle regioni limitrofe.

Il Governo continua a parlare di “zero licenziamenti”, mentre la realtà è fatta di uscite incentivate, precarietà, crollo degli ordini e gestione degli ammortizzatori sociali. I dati sulle immatricolazioni di giugno lo confermano: mercato in calo del -17,44%, con Stellantis a -32,9% rispetto a giugno 2024. La quota di mercato del gruppo è scesa dal 30,1% al 24,5%. In questo contesto, cresce l’incertezza tra i lavoratori. La Regione, in questi anni, ha ignorato gli appelli dei sindacati, preferendo assecondare l’azienda. Ha rinunciato a ogni ruolo attivo, lasciando che il territorio perdesse centralità nelle strategie industriali del gruppo.
Chiediamo la convocazione urgente del tavolo regionale sull’automotive, con sindacati, aziende della filiera e istituzioni; intervento immediato della Regione, per chiarire le dichiarazioni di Jean-Philippe Imparato e le reali intenzioni su Atessa; blocco di ogni ulteriore riduzione occupazionale, a partire dal piano di esodo in corso; coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi: non è più sufficiente il tavolo al Mimit. La vertenza Stellantis e l’intero comparto automotive devono diventare una priorità nazionale. Solo evocare la chiusura di Atessa è una minaccia inaccettabile“