Lo stabilimento Purem di Castellalto chiuderà a fine anno. Una doccia fredda per i 48 lavoratori che sono stati licenziati via mail. Una decisione si legge nella pec «difficile ma inevitabile, presa dopo aver valutato attentamente tutte le possibili alternative».
La multinazionale tedesca Eberspächer, produttrice di marmitte e sistemi di scarico per il settore dell’automotive (Stellantis e Volkswagen) vorrebbe spostare la produzione negli impianti della Repubblica Ceca, Polonia e Romania dove il costo del lavoro è più basso.
Eppure nel maggio del 2023 sembrava che lo stabilimento dovesse diventare il principale centro di produzione dei pezzi di ricambio per tutto il gruppo Purem a livello europeo. Sconcerto tra le sigle sindacali Fiom Cgil e Fim Cisl che parlano di una vicenda “l’emblema di quello che sta succedendo nel nostro territorio: le aziende spremono il più possibile e poi vanno via quando vogliono”.

Purtroppo a nulla sono servite le proteste, i presidi e i blocchi produttivi dei giorni scorsi. Un licenziamento collettivo deciso, peraltro, senza alcun incontro con le parti sociali, senza alcuna spiegazione alle lavoratrici e ai lavoratori.
All’incontro convocato dalla assessore regionale Tiziana Magnacca per lunedì scorso l’azienda la Purem ha confermato il licenziamento collettivo e la chiusura dello stabilimento proponendo otto mensilità ai dipendenti. Rigettata l’ipotesi avanzata da Cgil e Cisl e sostenuta dalla Regione ovvero quella di avviare la cassa integrazione e trovare imprenditori che vogliano rilevare l’azienda.
- Daniela Cesarii