Il Movimento 5 Stelle: “Un’occasione persa, 8.119 firme strappate per puro pregiudizio ideologico”
“Con un voto che tradisce la volontà di oltre ottomila cittadine e cittadini, oggi, in Consiglio regionale la maggioranza di destra ha bocciato la proposta di legge per dare regole e tempi certi alla scelta libera e consapevole di gestire il proprio fine vita da parte di persone affette da patologie gravi ed irreversibili. Una proposta di civiltà, che avrebbe finalmente colmato un vuoto normativo drammatico, è stata affossata per ragioni puramente ideologiche, senza alcun rispetto per il dolore e la dignità delle persone malate, pur essendo un diritto già stabilito dalla Corte costituzionale”. Lo dichiarano i Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini.
“Siamo davanti a una sconfitta per l’Abruzzo. Ma soprattutto per chi vive ogni giorno dentro una sofferenza che non lascia scampo”, aggiungono i consiglieri del Movimento 5 Stelle.
“La destra ha scelto scientemente di ignorare il grido silenzioso di chi chiedeva solo il diritto di poter scegliere e ha voluto mandare al macero 8.119 firme di cittadine e cittadini abruzzesi che dal basso si sono resi protagonisti di un importante e prezioso momento di democrazia”.
Per Alessandrini e Taglieri: “quella bocciata oggi non era una forzatura politica, ma un testo che si limitava a regolamentare l’accesso al suicidio medicalmente assistito, nei casi già riconosciuti dalla Corte Costituzionale. Nessun nuovo diritto, nessuna deriva etica, solo un percorso umano, chiaro e controllato per chi si trova in condizioni irreversibili e con sofferenze insopportabili.
La destra, invece, ha preferito l’oscurantismo rifugiandosi nelle false argomentazioni della competenza nazionale e non regionale insieme all’impigmazione della legge regionale della Toscana che, pur essendo stata impugnata, non è stata sospesa ma resta a tutti gli effetti valida r vigente. L’Abruzzo avrebbe potuto altrettanto“.
“L’ipocrisia vista oggi in aula è quella della stessa maggioranza che, per mesi, ha rallentato l’iter della legge: sedute rinviate, audizioni ignorate, discussione relegata in fondo all’agenda.
E ora, con un voto che sa di accanimento ideologico, ha detto no non solo a questo testo, ma alla libertà di scelta, alla dignità del vivere e del morire, al rispetto per la volontà popolare, scaricando le proprie responsabilità su un fantomatico testo depositato in Senato. Avevamo fatto tutto il possibile”, spiegano Taglieri e Alessandrini.
“Avevamo coinvolto giuristi, medici, bioeticisti, avevamo costruito un percorso serio, partecipato, equilibrato. Avevamo dato voce a oltre 8.000 cittadini che nel 2023 firmarono per questa legge. Il Collegio di garanzia ne aveva già sancito la piena ammissibilità costituzionale. Eppure, il muro ideologico della destra ha prevalso sul buon senso, sulla scienza, sulla pietà”.
“Oggi l’Abruzzo resta indietro, ancora una volta. Mentre altre regioni italiane si dotano di leggi che permettono alle persone di affrontare il fine vita con consapevolezza e serenità, qui si continua a nascondere la testa sotto la sabbia.
A pagare questo ritardo saranno i pazienti e le famiglie, costretti ancora a rivolgersi altrove o ad affrontare percorsi lunghi, incerti, pieni di ostacoli.
Continueremo a portare avanti questa battaglia di civiltà, dentro e fuori le istituzioni perché la libertà di scelta, soprattutto quando si parla di fine vita, non può essere ostaggio delle ideologie di chi governa. Oggi, però, è una pagina buia per l’Abruzzo”, concludono i Consiglieri.