Nel 2024, oltre 277mila famiglie si sono rivolte alla rete Caritas. Crescono le situazioni di disagio stabile e le richieste legate a casa e salute. Aumentano gli over 65 anche nella nostra regione.La povertà in Italia non arretra, anzi assume contorni sempre più complessi, intermittenti e duraturi. Lo conferma il Report statistico nazionale 2025 sulla povertà in Italia, presentato da Caritas Italiana, che fotografa un disagio crescente e trasversale, con particolare coinvolgimento di adulti in età lavorativa e di anziani. Un fenomeno che tocca da vicino anche l’Abruzzo, dove i centri di ascolto delle Caritas diocesane registrano un aumento costante delle richieste di sostegno, soprattutto per far fronte a difficoltà abitative e sanitarie.
Nel 2024 i Centri di Ascolto Caritas hanno accolto 277.775 persone, pari ad altrettanti nuclei familiari: un +3% rispetto al 2023 e +62,6% rispetto a dieci anni fa. L’età media è salita a 47,8 anni, con un incremento rilevante degli over 65, che a livello nazionale rappresentano oggi il 14,3% degli utenti (24,3% tra gli italiani). Anche nei centri abruzzesi, spiegano gli operatori, cresce la presenza di pensionati soli e di famiglie monoreddito con figli.

Abruzzo: famiglie in difficoltà e povertà abitativa
«In Abruzzo – spiegano dalla Caritas diocesana di Chieti-Vasto – sono sempre più le persone che si rivolgono a noi perché non riescono a sostenere le spese essenziali: bollette, affitti, farmaci. La fragilità abitativa è un’emergenza costante». Una tendenza confermata anche dal report nazionale: il 33% degli assistiti Caritas vive una forma di disagio legato alla casa, e il 22,7% si trova in situazione di esclusione abitativa, senza dimora stabile o in alloggi precari.
Tra le famiglie seguite in Abruzzo, molte rientrano nei cosiddetti working poor: persone occupate ma che non riescono a garantire ai propri cari un’esistenza dignitosa. A livello nazionale, infatti, il 23,5% degli utenti ha un lavoro, ma vive comunque in condizioni di indigenza, con percentuali che superano il 30% tra i 35 e i 54 anni.
Salute e povertà: un binomio preoccupante
Altro nodo critico è la sanità. In Italia, secondo l’Istat, circa 6 milioni di persone (9,9% della popolazione) hanno rinunciato a cure per motivi economici o per le lunghe liste d’attesa. Nella rete Caritas, oltre il 15% degli assistiti presenta vulnerabilità sanitarie, spesso gravi e non coperte dal servizio pubblico. In Abruzzo, le Caritas locali confermano l’aumento di richieste per visite specialistiche, esami diagnostici e farmaci: «Molti anziani, soprattutto nelle aree interne, sono costretti a scegliere tra mangiare o curarsi».
Don Pagniello (Caritas): “Oltre i numeri, ci sono persone”
Il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello – originario proprio dell’Abruzzo – ha sottolineato che dietro i numeri ci sono volti e storie: «Non si tratta solo di statistiche, ma di persone reali che abitano le nostre comunità. I dati ci aiutano a capire, ma ci spingono soprattutto ad agire. La povertà va affrontata in un’ottica di corresponsabilità comunitaria».
Un appello che coinvolge anche le istituzioni e le realtà locali. «Servono – conclude la Caritas abruzzese – politiche più incisive per contrastare l’impoverimento, specie nei territori già colpiti dallo spopolamento e dalla precarietà strutturale. La solidarietà non può restare delega al volontariato, ma deve diventare scelta condivisa».