La salute, diritto fondamentale sancito dall’articolo 32 della Costituzione, trova la sua attuazione quotidiana attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e le Aziende Sanitarie Locali (ASL), che operano per garantire ai cittadini l’accesso equo a prevenzione, cura e riabilitazione. Tuttavia, non tutte le realtà territoriali riescono a mantenere standard di eccellenza, e l’indagine condotta dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) ha evidenziato notevoli discrepanze nella qualità dei servizi offerti dalle ASL italiane.
Secondo il rapporto, su 110 ASL valutate attraverso circa 40 indicatori suddivisi in sei aree (prevenzione, distrettuale, ospedaliera, sostenibilità economica, investimenti e mortalità evitabile), la ASL di Lanciano-Vasto-Chieti si posiziona tra le peggiori d’Italia nella presa in carico dei pazienti. Questo settore comprende servizi essenziali come l’assistenza domiciliare e l’efficienza delle emergenze (ad esempio, il 118), fondamentali per rispondere alle esigenze più immediate della popolazione.
I problemi della ASL Lanciano-Vasto-Chieti
L’indagine Agenas sottolinea che uno dei principali indicatori per valutare la capacità di presa in carico è il tempo di intervento del 118, dalla chiamata al soccorso sul posto. Qui, le Asp calabresi riportano i peggiori risultati (con attese di 30-35 minuti), ma la situazione della ASL Lanciano-Vasto-Chieti non è molto migliore, collocandosi ben al di sotto della media nazionale e dei target di riferimento (18 minuti). Questo ritardo rappresenta un rischio significativo per i pazienti in situazioni critiche, come infarti o ictus, dove ogni minuto può fare la differenza.
Un altro indicatore critico è la copertura dell’assistenza domiciliare per gli over 65, che nel caso della ASL Lanciano-Vasto-Chieti risulta insufficiente rispetto al valore medio nazionale dell’8,5%. La mancata organizzazione di un’assistenza territoriale efficiente aumenta gli accessi inappropriati al pronto soccorso e le ospedalizzazioni evitabili.
Mentre la ASL Lanciano-Vasto-Chieti fatica a garantire servizi essenziali, altre realtà rappresentano esempi virtuosi. Le ASL di Vercelli, Genova e Piacenza emergono come le migliori nella presa in carico dei pazienti, con tempi medi di intervento del 118 che si attestano intorno ai 14 minuti. Anche la copertura dell’assistenza domiciliare raggiunge livelli di eccellenza: l’Azienda sanitaria di Imola, per esempio, offre supporto a oltre il 18% degli over 65, più del doppio rispetto alla media nazionale.
Dietro la qualità, secondo l’indagine, dei servizi offerti dalle ASL c’è la capacità organizzativa e amministrativa dei loro dirigenti, che sono nominati dai vertici politici regionali. La discrepanza tra le migliori e le peggiori ASL, dunque, non è solo una questione di risorse, ma anche di competenze e scelte strategiche.
La situazione della ASL Lanciano-Vasto-Chieti richiede interventi immediati e una revisione profonda delle modalità organizzative per garantire ai cittadini abruzzesi un servizio sanitario all’altezza dei principi costituzionali. La politica, che ha la responsabilità di scegliere i direttori generali, sanitari e amministrativi, deve garantire nomine basate sulla meritocrazia e competenza, poiché solo una gestione efficace può ridurre le disuguaglianze territoriali e migliorare i servizi.
L’indagine Agenas offre uno spunto di riflessione importante: la sanità italiana, pur avendo eccellenze, soffre di disparità inaccettabili che mettono a rischio la salute dei cittadini. La ASL Lanciano-Vasto-Chieti è un esempio emblematico di come l’organizzazione carente e i ritardi nei servizi possano compromettere la tutela della salute. Migliorare è un dovere non solo per gli amministratori locali, ma per l’intero sistema sanitario, che deve garantire equità e qualità per tutti.
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