Parigi chiude il sipario sulle Olimpiadi 2024 e per il mondo dello sport, quello che vive oltre la sagoma rotonda del pallone, è tempo di immergersi silenziosamente nelle profondità emozionali del proprio vissuto. Storie di uomini e donne, ragazzi e ragazze, che hanno lottato, gioito, sofferto, lavorato solo per coronare un singolo istante così lontano, a ben pensarci, dalla normalità del quotidiano.
Potrebbe sfuggire, eppure l’Italia destatasi ai piedi della Tour Eiffel è un vento di forti pulsioni che attraversa i confini nazionali, un manifesto raggiante, pertanto spesso all’ombra delle attenzioni, di ciò che esiste dopo il Calcio.

Vi è un quesito disatteso infatti, un messaggio lanciato dagli sportivi autori di quelle imprese, rivolto al pubblico e alle istituzioni: verrà mai il momento in cui l’Italia potrà garantire pari opportunità a tutti gli sport? E perché terminate le Olimpiadi, sembrerà cadere nel solito dimenticatoio?
Certamente le risposte sono articolate e investono diversi settori d’intervento: mancano le strutture parallelamente all’assenza di capacità organizzativa, mancano gli investimenti, mancano le corrette attenzioni dei cittadini, le società sportive falliscono, i bambini smettono presto di fare sport a causa di una scarsa educazione sul tema e quei pochi che persistono devono necessariamente far fronte a spese ingenti per continuare.

In questa situazione di estremo disagio economico e sociale, risulta complicato sviluppare talenti sportivi nel tempo ed accompagnarli ad un livello ottimale sul piano fisico e psicologico. Dall’altro lato, milioni di italiani in visibilio hanno ammirato le gesta eroiche degli atleti in gara in un clima di sana condivisione, soprattutto attraverso i social, nonostante qualche polemica di troppo.
È il caso della nuotatrice Benedetta Pilato, quarta per un centesimo di secondo, che a 19 anni ha regalato una lezione intergenerazionale. Espressioni ed emozioni di una giovane ragazza che appartengono alle persone capaci di sognare aldilà dei meri risultati, un messaggio trasversale anche ai giovanissimi calciatori circondati dai milioni, o ai genitori che sostengono la crescita dei propri figli laddove istituzioni, scuola, società e privati non riescono.

A proposito di ostacoli da superare ecco Gianmarco Tamberi, ex atleta abruzzese, erede dello spirito forte e gentile della terra adottiva. Le complicanze dettate dai calcoli renali non hanno fermato la volontà di Gimbo, il quale ha comunque svolto egregiamente le prove, benché visibilmente dolorante. Pura forza d’animo contro i limiti del proprio corpo, sarà poi il compagno Stefano Sottile a centrare il quarto posto, umile e sorridente davanti agli spettatori: “Vi chiedo scusa, ci ho provato, mi dispiace. Cinque anni di torture e patimenti, finalmente ho fatto il mio”. Parole simili a quelle di Marcel Jacobs, quinto nei 100 metri con 9 e 85″, tempo incredibile ma non abbastanza per la medaglia: “Avrei voluto festeggiare con tutti voi, mi dispiace. Non è facile quando devi spostarti per ritrovare te stesso, per ritornare in forma.
Ero qui per dimostrare che nonostante le difficoltà della vita bisogna saper cadere e rialzarsi. Cerco di far capire ai più giovani che lo sport non è facile, bisogna lavorare duro e non focalizzarsi sulle aspettative degli altri”. Olimpiade all’insegna della femminilità con diverse atlete a piena medaglia, come l’oro dell’Italvolley di coach Velasco, già presenti lo scorso anno a Lanciano, o quello del quartetto formato da Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi, Alberta Santuccio e Mara Navarria nella spada, o ancora l’oro di Alice Bellandi nel Judo.

Chi l’ha detto che esistono sport maschili e femminili?
Parigi è stata quindi l’Olimpiade delle donne e dei rapporti umani simbiotici, come nel caso della ginnasta Sofia Raffaeli, bronzo nella ritmica individuale, e la sua coach Claudia Mancinelli, protagonista del video riguardante la legittima contestazione ai giudici di gara. Sguardo determinato ma amorevole, le coccole dopo l’esecuzione, i suggerimenti tecnici per migliorare; uno scenario sicuramente familiare alle ginnaste italiane.
Gli insegnamenti vestono modestia, poiché sembrano ricalcare la realtà di tutti i giorni: propensione al sacrificio per raggiungere i propri obiettivi, valore del lavoro quale unico parametro del merito, capacità di emozionarsi anche oltre le apparenze, la pioggia di critiche, i fallimenti o i diktat. L’Italia delle Olimpiadi 2024 ne esce orgogliosamente nona al tabellone generale, uguagliando Tokyo, ma ora resta un ultimo atto da affrontare, possibilmente collettivamente: tirare un calcio alle attenuati e saltare oltre un filo spinato di buone intenzioni. Il futuro delle nuove generazioni passa inevitabilmente dalla promessa di rendere dignità all’Italia sportiva.
- Dennis Spinelli