ORTONA- Attraccherà domani mattina, intorno alle 7, la nave Life support della ong Emergency con a bordo i naufraghi soccorsi in due diversi interventi nelle acque internazionali della zona Sar maltese, nel Mediterraneo centrale. A bordo ci sono 65 persone, di cui una donna, tre minori accompagnati e sette minori non accompagnati.
I naufraghi sono originari di Egitto, Siria, Etiopia e Bangladesh. Il gruppo resterà tutto in Abruzzo.
«Lungo la rotta, purtroppo abbiamo dovuto richiedere un’evacuazione medica urgente per uno dei naufraghi a bordo, un minore non accompagnato, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute – afferma Laura Pinasco, comandante della Life support – Per questa operazione avvenuta all’altezza di Roccella Jonica siamo stati coordinati dal Maritime rescue coordination centre italiano, insieme al Centro internazionale radio medico e alla Guardia costiera del comune calabrese».
Il fatto è successo nel tardo pomeriggio di sabato 10 agosto quando un ragazzo, che aveva già mostrato alcuni segni di una disidratazione importante al momento del soccorso e per i quali era stato trattato, ha cominciato ad avere una serie di crisi epilettiche subentranti. Il ragazzo è ricoverato in un ospedale calabrese.

La ong da voce anche anche ad un altro ragazzo che si trova, invece, ancora a bordo:
«Sono uno studente e vengo da Dhaka, nel mio Paese ci sono molti problemi in questo momento, dal costo della vita alla libertà di espressione e le difficoltà ad avere un’educazione universitaria, per questo molti studenti come me stanno andando via per provare ad avere una carriera altrove.
Io avevo degli ottimi risultati negli studi, ma non riuscivo a vedere un futuro lavorativo per me in Bangladesh, per questo ho deciso di partire. I miei familiari all’inizio non erano contenti me ne andassi, ma poi hanno capito che era la cosa giusta da fare. Da Dhaka sono andato prima a Dubai, poi in Egitto e infine in Libia.
Lì ho capito in poco tempo come funzionano le cose per gli stranieri: chiunque passi dalla Libia senza essere libico viene sfruttato e discriminato. Vorrei riuscire a raggiungere mio zio che vive a Roma, e continuare i miei studi fino a prendere una laurea in fisica. So che sarà molto difficile ma ci metterò tutto me stesso per farcela. Per ora, l’importante è che sono al sicuro e che fra poche ore arriverò a terra».
- Daniela Cesarii