Alcuni giorni fa, precisamente il 25 luglio, è ricorso il sesto anniversario della scomparsa di Sergio Marchionne, dirigente d’azienda nativo di Chieti, passato alla storia come una figura chiave dell’economia italiana ed in particolare dell‘industria automobilistica italiana, guidando la Fiat verso cambiamenti radicali e ad un profondo rinnovamento dopo un periodo di grande difficoltà.
A sei anni dalla sua dipartita, avvenuta a Zurigo a causa di una complicazione dovuta ad un problema alla spalla destra, sono ancora in molti a ricordarne il valore, le competenze e le idee innovative e visionarie che nel 2011 spinsero “Il Times” ad inserirlo all’interno della lista dei “100 uomini più influenti al mondo”. Francesco Domenghini in un articolo apparso oggi sul portale Galleria News afferma senza mezzi termini “come la sua eredità sia stata spazzata completamente”.
Come si sa il Gruppo FCA fu fondamentale alla nascita di Stellantis. Un cambiamento rivoluzionario nato sostanzialmente dalla fusione della Fiat con i francesi di Psa. Oggi il colosso europeo dell’automotive è, seppur non senza problemi e difficoltà, uno dei principali costruttori automobilistici al mondo eppure, all’epoca della sua nascita, Marchionne espresse la chiara volontà di non stringere nessun accordo con Psa.

“Aveva il dovere – sottolineò nel 2022 la giornalista esperta di storia della Fiat, Bianca Carretto – il dovere di proteggere gli stabilimenti, i dipendenti: disse che non se ne sarebbero mai andati via dall’Italia e l’Alfa Romeo sarebbe tornata grande. Per portare a termine il piano aveva una data ben precisa scolpita in mente: quella del marzo 2019. Era fiducioso che entro allora gli avrebbero riconosciuto i suoi diritti. Tuttavia esattamente contro la volontà del dirigente, nell’ottobre del 2019 Fca e Psa annunciarono, però, il progetto da cui è nata Stellantis.
La proprietà – sottolinea ancora la Carretto – non gli diede ascolto nemmeno per quanto riguarda il successore: Sergio Marchionne intendeva lasciare quanto di buono costruito ad Alfredo Altavilla. Alla fine, il gruppo italo americano (visto che in precedenza Fca aveva già acquisito la Chrysler) ha preso la direzione opposta rispetto al disegno tracciato, e la fusione con Peugeot Groupe ha segnato un punto di rottura tra passato e futuro.

Lui – affermò la giornalista – era stato “licenziato” da Elkann, una parola un po’ forte ma è la verità, Elkann gli aveva detto che dal marzo 2019 doveva andare a casa, e lui affermava che sarebbe stato in carica fino al marzo del 2019 per poi fare i conti, il momento in cui con Elkann avrebbe messo le carte in tavola.
Qualcuno – affermò ancora la Carretto – potrebbe dire che sto inventando tutto. Ma ho registrato file audio di conversazioni su WhatsApp con Marchionne, che ho conservato in una cassaforte. Ho persino avuto paura di parlarne. Elkann aveva bisogno del supporto di Marchionne, ma la sua presenza protettiva lo infastidiva, così scelse un amministratore delegato (Carlos Tavares) che gli permettesse di fare ciò che voleva, ossia liquidare tutto, vendere e portarsi via i profitti”.